Progetti. Carità, cura del patrimonio artistico-culturale, pastorale chiamano alla corresponsabilità
«Ognuno di noi è responsabile del sostentamento alla Chiesa».
Questa frase sintetizza la volontà della comunità cristiana di coinvolgere sempre più ogni singolo fedele nel sostegno ai suoi tanti progetti in tutta Italia, dalla carità alla pastorale, dal sostentamento dei sacerdoti e per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale. Di questo si è parlato nella due giorni a Casa Cini, a Ferrara, in occasione dell’incontro regionale “Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione. Il sostegno economico alla Chiesa cattolica”. Un appuntamento pensato per i responsabili diocesani del Sostentamento clero, del Sovvenire, per gli economi e i direttori degli Uffici comunicazioni sociali, per la prima volta insieme per ragionare su come rilanciare il sostegno economico alla Chiesa cattolica.
La pattuglia riminese era nutrita e propositiva. Insieme all’economo diocesano don Danilo Manduchi, c’erano il direttore dell’Istituto diocesano del Sostentamento Clero Maurizio Casadei, l’incaricato per il Sovvenire, il diacono Eraldo Massaroli, Mirco Tenti in rappresentanza del Gruppo Icaro e il caporedattore de “ilPonte” Paolo Guiducci, anche per l’Uffi cio Comunicazioni Sociali.
Comunione e solidarietà
Il padrone di casa, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego, ha posto l’accento sulla corresponsabilità come “ stile di vita del cristiano adulto, che si rende responsabile dei beni della Chiesa in ordine ai suoi compiti, cioè l’annuncio, la celebrazione e la carità”.
Gli interventi iniziali – moderati da Davide Martini, referente regionale del Sovvenire – sono stati aperti da Ernesto Paganini (direttore generale Istituto centrale per il sostentamento clero – Icsc), che ha riflettuto sulla centralità dei “ principi di solidarietà e perequazione” tra Icsc e Isc diocesani. “ Riguardo agli istituti diocesani – ha detto Paganini – è importante una riqualificazione del patrimonio immobiliare e un miglioramento degli strumenti operativi per il controllo di gestione”.
Riforma e visione globale
La riforma delle strutture “ esige la conversione pastorale” all’insegna della missionarietà. Da questo passaggio di Evangelii Gaudium ha preso le mosse don Claudio Francesconi, economo Cei, per riflettere sull’importanza del “ discernimento comunitario”: a ognuno di noi viene chiesto “ un grande lavoro di creatività contro l’anestetizzazione della corresponsabilità sempre più prevalente” nelle nostre comunità. In questo discorso, “ l’economo ricopre un ruolo decisivo – pastorale – perché possiede una visione globale senza la quale si potrebbero fare scelte prive di misura diocesana e di una programmazione a medio-lungo termine”.
La Chiesa resta un sistema di welfare fondamentale Il compito, difficile ma necessario, di illustrare la non positiva situazione delle offerte alla Chiesa Italiana, è spettato a Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio promozione Cei. “ Viviamo – è andato dritto al cuore della questione Compagnoni – nel tempo della crisi economico-sociale e demografica, del digitale che spesso porta a una cattiva informazione, della mancanza di punti di riferimento e di valori, della precarietà e dei ritmi frenetici”.
Siamo in un’epoca in cui “ il 70% dei cattolici non conosce il meccanismo di sostentamento economico della Chiesa. Ciò dipende dall’essersi abituati, negli anni, a pensare che fosse ancora a tutti noto e di aver smesso di fare una corretta informazione.
E il 45% dei praticanti non firma per l’8xmille”, mentre si stima che “ circa 800mila persone che hanno firmato per l’8xmille alla Chiesa, l’anno prossimo potrebbero scegliere lo Stato”. A ciò si aggiunge che (dati 2023) “ il 16 per cento degli italiani è praticante, ma fra questi un terzo assiste alla Messa via tv. I nostri fedeli, inoltre, sono sempre più anziani” (il 63% è over 55).
Nell’intera società “ il desiderio di spiritualità è in aumento anche se spesso viene cercato altrove”. I giovani, d’altra parte, alla nostra Chiesa “ chiedono di essere accolti senza essere giudicati, e di essere ascoltati”. Ma solo il 7% degli italiani esprime un chiaro giudizio positivo nei confronti della Chiesa, mentre cresce l’indifferenza soprattutto da parte degli stessi giovani.
In conseguenza di tutto ciò, “ l’8xmille è in calo costante negli ultimi anni” ma è necessario far capire alle persone – a partire dai cattolici – “ che nel solo 2023 grazie a questo strumento sono stati finanziati 5.000 interventi caritativi. Si tratta di un fondamentale sistema di welfare sussidiario rispetto allo Stato”.
Che fare, quindi?
Dal primo novembre al 15 dicembre le parrocchie iscrittesi al progetto “Uniti possiamo” diventano un centro privilegiato di promozione e raccolta delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti. In realtà le parrocchie che si sono iscritte nel corso degli anni sono poche, ma queste hanno raccolto cifre consistenti, a dimostrazione che il progetto funziona. “ È fondamentale parlarne di più nelle nostre comunità, convincere chi non firma per la Chiesa a farlo”, sacerdoti e laici assieme. Occorre lavorare “ sull’immagine della Chiesa, soprattutto attraverso la trasparenza e la comunicazione”.
Comunicazione di progetti e storie di vita, che di certo non mancano. Comunicare per “ coinvolgere sempre più le persone rendendole consapevoli di ciò che possiamo fare”: donare alla Chiesa perché siamo parte di essa, “ parte di qualcosa di decisivo” per tanti.
L’impegno nelle diocesi
“ Apriremo un tavolo di lavoro bimestrale e permanente a Rimini con le persone che si occupano di questi temi. – assicura don Manduchi – E all’orizzonte c’è già qualche idea da sviluppare”. La due giorni di Ferrara è stata soprattutto un’occasione di dialogo tra chi opera all’interno delle Curie per comunicare e promuovere il sostegno economico alla Chiesa Cattolica. Un tavolo allargato per ragionare insieme sulla corresponsabilità alla vita della Chiesa che resta un sistema di welfare fondamentale in Italia. Tante le proposte emerse, a partire dagli incontri periodici su come viene investito l’8 per mille nelle Diocesi e su come comunicarlo, conferenze stampa su come vengono utilizzate le risorse e per raccontare il bilancio e la realizzazione di un bilancio di missione. Tutto nel segno della trasparenza, che paga, sempre.
Andrea Musacci