Il colosso funziona. Dopo i tempi difficili risplende il sereno sul Palacongressi della Perla Verde. 110mila presenze, per un indotto stimato di 25milioni di euro, 100 dipendenti, in gran parte donne, un fatturato di 1.810mila euro contro i 1.320mila del 2009: sono dati in crescita quelli che il gigante ha registrato nel 2010. “Il fatturato – spiega il presidente di PalaRiccione Lucio Berardi – è cresciuto del 33%, nel nostro business plan avevamo previsto solo un incremento del 10%. Ciò che piace ai congressisti è soprattutto il fatto che la struttura si trovi a due passi da viale Ceccarini e la possibilità di poterlo raggiungere a piedi attraverso l’isola pedonale”. Buono il dato della fidelizzazione: il 26% dei congressi del 2009 è stato confermato nel 2010. “Un fatto non così scontato – aggiunge Berardi – perché chi organizza congressi è spinto ad offrire mete sempre diverse”. Trentacinque le settimane di lavoro, che sono state occupate per l’83%, anche se si sta lavorando per portare eventi anche nelle altre settimane, non tradizionalmente vocate al congressuale.
A proposito di congressisti: la metà ha dichiarato di non essere mai venuto negli ultimi 20 anni a Riccione e un terzo di questi ha prenotato nella Perla verde le vacanze estive, apprezzando, in particolar modo, le strutture ricettive e le attività commerciali. Per il 95% dei congressisti il palas risulta funzionale. Non manca qualche nota dolente: le royalties alberghiere, che per il 2010 erano state stimate in 200mila euro, hanno fatto incassare solo 20mila euro.
A questo punto, con alle porte il passaggio di gestione alla cordata di albergatori, le cose dovrebbero cambiare e aprirsi nuove prospettive d’intesa. “Una cosa è certa: – spiega Berardi – tutto dovrà muoversi in una logica provinciale. Volontà dei soci (Comune, Provincia e Camera di Commercio) è ragionare in una logica ampia con le altre strutture congressuali presenti sul territorio, in particolare con Convention Bureau con cui andremo a stringere un accordo e forse uno scambio azionario per la gestione della struttura”. Insomma una mano che torna a tendersi nei confronti dei riminesi, nella consapevolezza che la mancata apertura del palacongressi di Rimini è uno smacco per tutto il territorio. “Un danno per tutti. – aggiunge il sindaco Massimo Pironi – Il vantaggio sarà quello di avere la capacità tutti insieme di trovare punti di incontro validi, noi siamo disponibili a ritrovarli perché anche se non ci sarà una gestione comune ci siano quegli accordi che permettano un domani di giungere a quell’obiettivo”. Occorre lavorare nel sistema provinciale che è un riferimento per tutta la Regione. “Ci guardano da Bologna con attenzione, – prosegue Pironi – dobbiamo dimostrare di essere una classe dirigente vera, consapevole delle proprie identità territoriali, da un lato, ma, dall’altro anche della capacità di gestione e razionalizzazione dei costi”.
Simona Mulazzani