La Settimana Sociale dei cattolici ha riportato nel cuore della Chiesa il rapporto tra la fede e l’impegno politico. La “restituzione” di quell’incontro alla Comunità cristiana diocesana
Al cuore della democrazia.
Partecipazione tra storia e futuro è stato il titolo e il tema della 50ª Settimana sociale dei cattolici italiani che si è svolta dal 3 al 7 luglio a Trieste.
Un avvenimento al quale hanno partecipato anche delegazioni delle Diocesi di Rimini e San Marino Montefeltro.
Ora che il lavoro estivo si è concluso, i due vescovi – Nicolò Anselmi e Domenico Beneventi – hanno convocato un “ incontro unitario per restituire alle comunità l’esperienza vissuta, attraverso le testimonianze di chi vi ha partecipato, per presentare le proposte concrete emerse e per avviare una comune prima riflessione su come dare continuità, nei nostri territori, alle tematiche della democrazia e della partecipazione nella vita sociele e politica”.
Con questi intenti l’incontro si è svolto lunedì 23 settembre al Seminario di Rimini a San Fortunato.
Una novantina di persone si sono date appuntamento, nonostante una serataccia, ricca di pioggia e lampi.
I due responsabili diocesani della pastorale sociale, Gian Luigi Giorgetti per San Marino Montefeltro e don Pierpaolo Conti per Rimini, si sono alternati nella conduzione della serata, creando da subito un clima di attenzione alle problematiche e al metodo che ha caratterizzato le giornate della Settimana Sociale.
Alcune interviste video e soprattutto la testimonianza di Daniela e Francesca, due giovani partecipanti alla Settimana di Trieste, hanno ricreato il clima di quelle giornate, vissute come una “palestra” di buone pratiche nell’ascolto e nella partecipazione, pur nella diversità delle persone e delle esperienze, “ tutti Chiesa, pur nelle diverse proposte, nei diversi colori”.
Per Daniela “ Difficile imbrigliare i cattolici, se i cattolici si muovono.
Il prolema è che troppo volte se ne stanno quieti”.
A Francesca hanno colpito molto le parole del Papa rivolte ai giovani: “ La partecipazione non si improvvisa, si impara da giovani”.
Anche se ormai a mesi di distanza, non è stato
difficile cogliere il clima positivo delle giornate.
“ Siamo coscienti tutti di vivere in una Democrazia in difficoltà, ma la Settimana invece che piangersi addosso, ha scelto di mettere in luce le realtà positive, le ‘buone pratiche’ di cui è molto ricco il nostro Paese. E queste a Trieste hanno avuto grande spazio, anche fisico, con stand, nella partecipazione ai dibattiti, nell’offrire testimonianze”.
Pur nella ricchezza di contenuti (“ Era difficile a quale incontro partecipare, tanti erano gli stimoli”) quel che ha maggiormente colpitoèstato il
metodo che la Settimana si è data, soprattutto nella scelta delle “ Piazze della democrazia”.
La politica portata fra la gente, non solo per i 1000 delegati, per i protagonisti delle “buone pratiche”, ma anche per tutti i cittadini di Trieste, coinvolti anche loro nel cofronto.
“ Ma le Settimane Sociali non sono un convegno o un grande incontro, sono invece un processo, che ha un prima ed un dopo – hanno detto gli organizzatori – Il problema è che cosa è possibile fare adesso, cosa ci suggeriscono le giornate triestine?”.
È nata così una serie di proposte.
Le prime sono appunto le “ buone pratiche”. Si intende valorizzare la partecipazione sociale che già esiste nei territori e tessere sinergie fra le diverse realtà. Si potrebbero organizzare giornate sul tema con stands, dibattiti, giochi di partecipazione… Fra le proposte anche i Consigli Comunali dei ragazzi e delle ragazze, non visti come un giochino educativo, ma come una vero e proprio momento di partecipazione ai problemi del territorio (ed è stato presentata l’esperienza di Santarcangelo).
Cuore della proposta però sono le “ Piazze della democrazia”, convegni aperti a tutti (anche a chi non la pensa come te) nelle piazze delle città, su tematiche diverse. Lo scopo è stimolare il dibattito pubblico e la presa di coscienza dei temi rilevanti per il territorio.
Ma per continuare ad esercitarsi nell’ascolto di comunità e nell’individuazione di priorità vengono proposti i “ laboratori di partecipazione”,
che potrebbero vedere insieme anche cittadini e amministratori pubblici in un confronto che sarebbe utile per entrambi.
E proprio su questo tema è stata chiamata a confrontarsi
l’assemblea dei presenti. Tutti gli intervenuti hanno concordato sulla positività della proposta. E sarà forse il primo frutto di questa Settimana Sociale.
I due Vescovi hanno concluso la serata, contenti di quanto è emerso.
Monsignor Beneventi ha invitato a “ mettersi in cammino, per ascoltare ed interrogare le nostre piccole comunità.
La Piazza va intesa non solo come scenario, ma come luogo interiore dell’incontro”.
Il vescovo Nicolò ha citato il capitolo 4 della Evangelii Gaudium ricordando la politica e la partecipazione come dimensione storica del comandamento dell’Amore. La politica è il tentativo di fare in modo che la buona azione diventi strutturale e sia per il bene di tutti”.
Si è poi detto stupito che la Settimana abbia dimenticato il tema “famiglia”, che ha un ruolo fondamentale, “ strutturale”, per la nostra società.
Infine ha espresso il desiderio che venga a cadere il sospetto continuo che esiste sui politici. “ Ci sono quelli che fanno i loro affari, ma molti sono delle brave persone che cercano il bene comune della gente”. Fra i temi urgenti ha indicato: la casa, la situazione giovanile, la cura degli anziani, i più poveri, la pace.
I partecipanti alla Settimana Sociale dei cattolici ci hanno lasciato un bel testimone.
Ora tocca a tutti noi cominciare a correre, coscienti comunque che il rapporto cattolici e politica in Italia è tutto da reinventare.