Dal 1° aprile, e non è stato uno scherzo, sono state cancellate tutte le agevolazioni postali per periodici e quotidiani. Lo ha stabilito un decreto del Ministero dello Sviluppo economico, approvato due giorni dopo le elezioni regionali e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 31 marzo 2010. Da questa data è scattato lo stop agli “sconti” tariffari previsti, da una legge del parlamento, per la spedizione dei prodotti editorali, giornali e libri. Senza stare a girarci troppo intorno (molte più informazioni le trovi a pagina 3) è una mazzata che fa tanto male e non genericamente alla libertà di stampa, ma proprio alla sopravvivenza di tanti giornali no-profit (per intenderci Vita, Sempre, Mani Tese, le riviste missionarie) e a tutta la grande famiglia dei settimanali cattolici. Fra i più colpiti il Ponte, la Vita del Popolo di Treviso, l’Amico del popolo di Belluno (che avevano fatto il salto a bisettimanale), ma anche, fra gli altri, il Corriere Cesenate, che con un’oculata politica aveva triplicato in poco tempo il numero delle copie. Una batosta (+121% il costo della spedizione per i settimanali) che va ad aggiungersi al famigerato articolo 10 sexies del Milleproroghe di appena un mese fa, che ci aveva già messo con le spalle al muro, perché bloccava i contributi ministeriali al 2008, senza riconoscere lo sviluppo di chi aveva in questi due anni fatto importanti investimenti, come appunto il nostro settimanale. Due “scherzi” governativi, improvvisi e inattesi che, a conti fatti, potrebbero portare il Ponte ad un grave deficit a fine anno contro il sostanziale pareggio degli ultimi bilanci, previsto anche per il 2010. Due provvedimenti inaccettabili e sbagliati sia nel metodo che nel merito. Fortissima è stata la reazione da parte dei giornali e riviste, ma il Governo ha già scaricato la patata bollente al rapporto diretto fra Poste ed Editori. Dunque pessimi segnali di soluzione. Per correre ai ripari, e salvare il salvabile, in attesa di chiarimenti il Consiglio di amministrazione de il Ponte ha deciso di sospendere momentaneamente l’edizione bisettimanale e di tornare al settimanale (almeno per contenere le spese di spedizione). Sarà naturalmente garantito ai lettori il livello di qualità informativa raggiunto in questi mesi e l’inserimento nell’unica edizione di tutte le nuove rubriche di servizio che il bisettimanale aveva permesso.
Giovanni Tonelli