Il clima è sempre più pazzo. Aumentano le piogge, il termometro è sempre più rovente e scompaiono le “mezze stagioni”. Come in tutto il pianeta, anche nel territorio riminese si registra un’evidente variabilità meteorologica. Basti ricordare il “nevone” eccezionale di febbraio 2012, con oltre 3 metri di neve sull’Alta Valmarecchia o la bomba d’acqua del 24 giugno 2013, con 124 mm di pioggia caduta in un’ora; valore mai osservato dai primi del ‘900. Estati torride, repentini e accentuati sbalzi termici, precipitazioni violente e localizzate. Non mancano scienziati che sull’onda del surriscaldamento globale disegnano scenari catastrofici, ridisegnano le carte geografiche, e c’è chi proietta le previsioni su Rimini, immaginando gran parte della riviera sott’acqua. Cosa aspettarci? Anche questa provincia guarda con apprensione alla Conferenza sul clima di Parigi, che proseguirà fino all’11 dicembre. Un’occasione per fare il punto della situazione anche a livello locale.
Partiamo dalle temperature.
In Italia il nuovo record raggiunto nel 2014 è stato di +1.45 gradi centigradi (°C) rispetto al trentennio 1971-2000. Stessa situazione in regione, come ci conferma il dirigente di ARPA Emilia-Romagna Carlo Cacciamani: “Le temperature massime a livello regionale sono in aumento di 1°C/1,5°C, quelle minime di un grado abbondante. Un trend preoccupante che si registra dagli anni’80. Anche nel Riminese, negli ultimi anni, si è registrata una crescita. L’incremento medio è di ben 3,1 gradi prendendo in esame il mese di novembre tra il 2000 e il 2014 e confrontando i dati con il periodo precedente 1971-2000. Il mese che ci siamo appena lasciati alle spalle, poi, è stato non poco anomalo, con temperature massime più alte che in passato, che in diverse giornate hanno raggiunto addirittura i 20 gradi.
Servono – e in fretta – politiche volte alla riduzione delle emissioni di gas serra per limitare i danni futuri. Una mobilitazione a tutti i livelli, dai cittadini alle municipalità, dalle regioni al governo nazionale.
La parola alla scienza.
Gli esperti puntano il dito sull’uomo: è lui il vero colpevole dei cambiamenti climatici in atto. A cominciare dalle sempre maggiori emissioni di gas a effetto serra (prima tra tutte le CO2), che concentrandosi in atmosfera provocano un surriscaldamento globale anomalo, tale da alterare il clima e i cicli naturali. “Fenomeni atmosferici già presenti in questi anni come bombe d’acqua, erosione costiera, dissesto idrogeologico e incendi aumenteranno di intensità” avverte Cacciamani. Che fare? “Vi è la necessità di stipulare patti internazionali vincolanti tra tutti i governi del mondo, e il summit di Parigi deve andare in questa direzione” è convinto Stefano Parmeggiani, divulgatore scientifico riccionese e organizzatore della marcia per il clima a Rimini. “A Parigi si punta a limitare l’innalzamento della temperatura media globale non oltre i 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Questo comporterebbe impatti comunque importanti, ma ai quali, tutto sommato, potremmo adattarci. L’alternativa, in assenza di un accordo stringente, è di ritrovarsi con innalzamenti di oltre i sei gradi entro la fine di questo secolo”. Anche gli enti locali sono avvisati. “Agendo subito, con interventi di prevenzione, si avrebbe anche un notevole risparmio economico, rispetto ad azioni conseguenti ad eventi catastrofici”. Prevenire è meglio che curare, e anche meno costoso.
Francesco Vittori<