Il legame tra Comunione e Liberazione e Rimini è di lunga, lunghissima data. Talmente radicato nel tempo che è nato quando ancora il movimento non aveva questo nome.
Una ragazza milanese di GS (Gioventù Studentesca, fino al 1965 «movimento » guidato da don Luigi Giussani) scese a Rimini per una vacanza estiva.
In Riviera fece la conoscenza di alcuni ragazzi che rimasero affascinati dalla sua posizione di fronte alla vita, alla vacanza, alle sfide che le si paravano di fronte. Ne parlano con il loro don di riferimento, don Giancarlo Ugolini il quale – incuriosito e avendo a cuore il desiderio di felicità dei ragazzi – andò a fondo della vicenda informandosi da quale esperienza provenisse la ragazza. Incontrò don Giussani e fu l’inizio di un’avventura umana e spirituale che dura da mezzo secolo.
Questo avvenimento è al centro del nuovo libro di Valerio Lessi, giornalista e scrittore riminese che ha ripercorso la vicenda di Giussani, il ‘68 e Cl ne Una storia di popolo (Pazzini Editore).
Il libro sarà presentato in anteprima giovedì 7 novembre dal suo autore (ore 21,15) al teatro Tarkovskij di Rimini (via Brandolino 13), percorre le origini e lo sviluppo del movimento a Rimini, che si intreccia con la storia e le vicende della città, contribuendo al suo sviluppo anche – ma non solo attraverso opere dal sapore più “civile” come il Meeting di Rimini, la Karis Foundation, imprese e associazioni.
Avvalendosi di contributi di alcuni archivi personali e di numerose interviste ai protagonisti, Lessi racconta i primi 50 anni della storia di questo popolo che, per quanto “entità etnica sui generis” – come ebbe a chiamare la comunità dei credenti Paolo VI il 23 luglio 1975 – è incontrabile nelle piazze, nelle spiagge, nei luoghi di incontro e di lavoro di Rimini e provincia.
Nella stessa occasione, giovedì 7 novembre (ore 21,15, teatro Tarkovskij) oltre al volume di Lessi, Il Portico del Vasaio presenterà Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (Rizzoli), testo che raccoglie per la prima volta le lezioni inedite tenute da don Giussani nei primi anni della contestazione giovanile (1968-1970) ai giovani del Centro Péguy, contesto che investì drammaticamente la Chiesa e il movimento di CL stesso.
A partire da alcune parole chiave come comunione, cultura, missione, “don Gius” guardava al sommovimento politico, sociale e culturale portato dal Sessantotto cogliendo l’istanza profonda che stava alla base del fenomeno – il risveglio del desiderio di autenticità nella vita e di cambiamento nel mondo – e leggendo gli anni della contestazione giovanile come il crinale di un «cambiamento d’epoca» che si stava preparando già da tempo.
Saranno anni che segneranno l’inizio di quella realtà che prenderà definitivamente il nome di Comunione e Liberazione e in cui don Giussani approfondirà l’intuizione secondo cui solo nella comunione cristiana possiamo sperimentare la liberazione, cioè l’avvento di un mondo più umano.
La presentazione vedrà gli interventi di Onorato Grassi, professore ordinario di Storia della filosofia medievale alla LUMSA di Roma, testimone diretto delle conversazioni di Giussani in quegli anni; Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, testimonianza di un soggetto protagonista della missione e cultura cristiana, elementi decisivi della proposta di Giussani.
Il testo, edito da Rizzoli, permette di conoscere la proposta originale di approccio al cristianesimo di don Giussani che ha assunto definitivamente il nome di «Comunione e Liberazione», una proposta che recentemente Papa Francesco ha definito essenziale per tutta la Chiesa e che si rivela intatta, se non ancora più dirompente, al giorno d’oggi, in una società segnata dall’individualismo, da un tessuto sociale sempre più logoro, così distante dalla comunione che il sacerdote milanese auspicava e che Rimini in questi oltre cinquant’anni ha cercato – e cerca – di vivere.