https://www.youtube.com/watch?v=afl2t3x3hpg
Bambini in arrivo! Il Baby Boss del film campione d’incassi (116 milioni di dollari finora solo negli USA) prodotto dalla Dreamworks, sempre più coinvolta a riacciuffare pubblico infantile (vedi il recente Trolls) è un bambino “strano” con completino scuro da manager e valigetta 24 ore, e suscita interrogativi e dubbi al fratello Tim di 7 anni, grande sognatore in perfetto stile Walter Mitty (ricordate il film con Danny Kaye?), già sconvolto dall’arrivo in casa del nuovo pupo che assorbe tutto l’affetto dei genitori. Cosa si nasconde dietro all’apparizione del “misterioso” poppante, più adulto di quanto si pensi?
Il cartoon diretto da Tom McGrath è tratto da un libro illustrato di Marta Fraaze che mostra gli effetti dell’arrivo di un bambino in famiglia: la storia è stata dilatata dallo sceneggiatore Michael McCuller con l’aggiunta del personaggio di Tim ed altre soluzioni che rendono il film piacevolmente divertente e fruibile da un pubblico di tutte le età, con alcuni passaggi molto spiritosi, qualche soluzione grafica più ricercata e l’idea generale giocata sul ritrovare nella famiglia e nel rapporto tra fratelli la necessaria dose di affetto e il giusto equilibrio.
Baby Boss è film certo furbetto, magari un po’ parossistico nell’elaborazione totale della storia, con qualche gag comica fin troppo consueta per far scattare l’inevitabile risata in sala, ma Dreamworks, da sempre impegnata in tenzone commerciale con i rivali Disney e Pixar (senza contare concorrenti agguerriti come Illumination e Blue Sky Studios) cerca di giocare il più possibile sul sicuro per raggiungere posizioni importanti in classifica, puntando al “mondo bambino” che riceve tante attenzioni dal panorama animato come dimostra Cicogne in missione, sempre imperniato su problematiche infantili con favola annessa.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani