I ministri dell’economia mondiale sono riuniti in un delicato summit in un esclusivo hotel. Per offrire al mondo una parvenza di apertura sono stati invitati tre “esterni”: una rockstar statunitense, una scrittrice di libri per l’infanzia britannica e un austero monaco certosino italiano. Proprio padre Salus (Toni Servillo) ascolta l’ultima confessione di Roché (Daniel Auteuil), l’organizzatore dell’evento che si uccide in circostanze misteriose costringendo il gruppo a interrogarsi prima di rivelare al mondo il tragico sviluppo dell’incontro.
Roberto Andò, già regista di Viva la libertà, firma una sorta di thriller politico-economico di interesse, con la figura del riservato monaco, appassionato del canto degli uccelli, a far da voce delle coscienze ai “signori del denaro”, responsabili delle sorti dei portafogli di tutto il mondo ma spesso loro stessi poco in sintonia con la loro complessa “materia”.
Non a caso Andò sceglie la location del Hotel di Heiligendamm che fu proprio sede del G8 nel 2007, ad un passo dalla crisi che ha colpito la società mondiale, per raccontare i tempi burrascosi in cui ci troviamo dai quali forse si può uscire ritrovando scelte di vita più umane, comunque ristabilendo dignità ed equità uguali per tutti gli uomini.
Può risuonare ovviamente utopistico, visti i divari sussistenti, ma Le confessioni è un invito a meditare sulla necessità di recuperare il senso dell’esistenza, abbandonando gli incomprensibili teoremi economici, in mano a politici confusi di fronte ai numeri e alle equazioni (vedi il misterioso teorema di Roché). Etico, claustrofobico (dall’hotel non si esce…), spirituale, filosofico: ecco un complesso ed intrigante “giallo” italiano che incuriosisce e offre non poche riflessioni. Musiche di Nicola Piovani.
Cincittà di Paolo Pagliarani