Il centenario della nascita di Roald Dahl festeggiato nel 2016 non poteva trovar conclusione migliore con l’uscita italiana (negli USA incassi non eccelsi) de Il GGG a firma di Steven Spielberg che ha ritrovato Melissa Mathison (suo lo script di E.T.) per l’adattamento del romanzo, l’ultimo della sceneggiatrice prima della sua scomparsa nel 2015.
Il Grande Gigante Gentile finora aveva solo ottenuto una versione a cartoni animati di produzione britannica negli anni ‘80 ( Il mio amico gigante). Spielberg pensa invece “in grande” e “in magico” ed ecco la bella versione resa possibile grazie alle meraviglie del digitale per animare il gigante che si è avvalso della recitazione dell’attore Mark Rylance (Oscar come attore non protagonista per Il ponte delle spie).
L’amicizia tra la giovane Sofia (Ruby Barnhill) e il “piccolo” gigante (per la sua specie è il più basso di statura e non ne vuole sapere di mangiare bambini, preferisce fetidi cetrioli) si consolida in un rapporto di stima e fiducia reciproci, con un’alleanza che porterà i due fino a Buckingham Palace al cospetto della Regina, coinvolta per sconfiggere i giganti cattivi.
Stupore e fantasia sono ingredienti necessari per ogni buona favola che si rispetti e il 70enne regista (che sa benissimo che in ogni adul- to si annida sempre lo spirito di un fanciullo sognatore) non si fa mancare questi ingredienti, sottolineando l’importanza fondamentale dell’amicizia a partire da chi sa guardare oltre le apparenze e superare le barriere dei pregiudizi. La coraggiosa e curiosa Sofia è emblema di un’infanzia in grado di osservare il mondo con gli occhi giusti. L’altezza non conta, è questione di cuore. E il film offre fantasia e risate in egual misura (vedi la spassosa colazione a corte).
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani