Mary (la giovane e talentuosa McKenna Grace) ha sette anni, un temperamento vispo ed è un asso con i numeri: una bambina prodigio, orfana di mamma, genio della matematica, morta in tragiche circostanze. Ora Mary vive con lo zio Frank (Chris Evans, per una volta senza scudo di Capitan America), un tempo professore, ora dedito alle riparazioni di barche. Preoccupato di assicurare alla nipote una vita “normale”, Frank combatte in tribunale contro la nonna di Mary (Lindsay Duncan), desiderosa di portare la piccola sulle strade della celebrità numerica in una scuola adeguata alle sue capacità.
Gifted, diretto da Marc Webb (500 giorni insieme e i due Spider-Man con Andrew Garfield) e scritto da Tom Flynn, è una storia giocata su coordinate di sensibilità con al centro una bambina talentuosa, contesa tra due antagonisti entrambi convinti delle loro scelte per le numerose esigenze di Mary. La giovanissima “calcolatrice” è sveglia e consapevole, sicura di sé e per nulla intimorita dai “cervelloni” che la mettono alla prova: certo nella scuola dove è stata inserita da zio Frank, il livello non è adeguato alle sue capacità, ma il problema del film è ben altro ed è racchiuso nelle dinamiche affettive che corrono tra Frank e Mary e nell’ansia di successo ricercata dalla nonna, sicura di far avanzare Mary al livello della figlia. Per il pubblico sono garantiti sorrisi e risate nella prima parte e lacrimucce nella seconda, la “zona tribunale” è più convenzionale, ma alla fine il film si fa voler bene per quel suo procedere sui sentieri degli affetti più profondi che possono portare a valutazioni non adeguate per il bene di una ragazzina che deve essere aiutata solo a trovare il “risultato” giusto nell’equazione della sua esistenza.
In Cinecittà di Paolo Pagliarani