Mancava all’appello dal 2007 (il film era Promettilo!) ma Emir Kusturica non è stato ad oziare visto che si è dedicato a corti e musica. Ora si è messo di nuovo dietro alla macchina da presa e il risultato è On the Milky Road, scritto, diretto e interpretato. Una storia tra fiaba e dramma, ambientata durante la guerra nei Balcani. Il regista serbo veste i panni di Kosta, sempre in giro con ombrello, a cavalcioni di un asino, mentre il conflitto segna le giornate anche dei piccoli villaggi. L’arrivo di una donna profuga (Monica Bellucci) provoca sussulti emotivi nell’uomo, oggetto del desiderio di Milena (Sloboda Micalovic), pimpante ex campionessa d’atletica e cresciuta con il mito di <+cors>Flashdance<+testo>. Ad una prima parte più “circense” tra feste, preparativi di nozze e un grande orologio che “morde” chiunque cerchi di sistemarlo, segue una seconda parte più drammatica, dove a tratti si innestano tocchi fiabeschi, con la fuga di Kosta e della Sposa da quell’inferno dal quale sembra impossibile sfuggire.
Kusturica ha un suo inconfondibile stile, che comprende sempre atmosfere bizzarre e tocchi felliniani (non a caso ricevette il Premio Fellini di Riminicinema) senza per questo evitare il crudo risvolto di una realtà che ha fratturato inesorabilmente la sua terra, qui raccontata con innesti “naturali” tra un falco pellegrino che scruta dall’alto e torna utile per risolvere una pericolosa situazione e serpenti che bevono latte e diventano più grandi e minacciosi.
Colonna sonora firmata dal figlio Stribor, in pieno stile balcanico, con la dominante del cimbalom, strumento tipico ungherese, assai usato anche nei Balcani, tra folklore, leggenda e realtà, come del resto recita la scritta iniziale <+cors>“tratto da tre storie vere e molte fantasie”.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani