Fino allo scorso anno era solo un insettino fastidioso. Che magari la notte non ti faceva dormire perché la sentivi ronzare vicino al tuo orecchio, che ti procurava un po’ di prurito se ti pungeva. Ma la zanzara Tigre non aveva mai fatto paura. Poi, però, nell’estate 2007, nella zona di Ravenna, qualcuno ha iniziato ad ammalarsi anche piuttosto seriamente dopo essere stato punto. All’inizio non si sapeva che virus fosse, solo dopo alcuni giorni gli fu dato un nome: Chikungunya. Che ancora oggi a pronunciarlo fa paura. Un virus che ben presto è sceso lungo l’Adriatica arrivando anche a Rimini, tanto che da Palazzo Garampi, hanno stilato una vera e propria zona rossa dove si è verificato almeno un caso di contagio. Sei le vie interessate: via Del Crocifisso, San Bernardo, Friburgo, Sacramora, Prampolini e Tarkowski. Proprio su questi siti, dallo scorso primo aprile e fino al prossimo 31 ottobre, è partita una campagna d’interventi ad hoc che interesserà circa 2.400 civici, 2mila caditoie pubbliche e 6mila private. Servizio che si ripeterà due volte a distanza di tre settimane. Il 15 aprile, invece, partirà la prevenzione alla Tigre anche sul resto del territorio comunale.
“Saranno interessati più di 120mila tombini tra pubblici e privati con diversi turni di disinfestazione – spiegano i tecnici di Hera – i civici saranno, invece, all’incirca 51mila. Insieme al Comune abbiamo individuato 126 siti a rischio (scuole, asili, cimiteri…) dove i nostri tecnici passeranno cinque volte per la disinfestazione. Per quanto riguarda l’intervento vero e proprio verrà effettuato con prodotti larvicidi ormono-mimetici a basso impatto ambientale distribuiti con pompa irrorante. La frequenza degli interventi sarà ogni 30-40 giorni. Inoltre sarà attivato il solito numero verde (800999500) più 90 ovitrappole che serviranno come monitoraggio della situazione”.
Attenti
agli impostori
Imponente la squadra che Hera metterà in campo per combattere la Tigre: tre saranno i tecnici a tempo pieno, mentre gli operatori che effettueranno materialmente la disinfestazione saranno venti. A questo proposito dall’azienda riminese arriva un appello soprattutto alle persone più anziane.
“Attenti alle truffe. Tutti i nostri tecnici indossano tute particolari e hanno un tesserino di riconoscimento. Non possono chiedere soldi e non devono mai e poi mai entrare in casa. Se qualcuno vi dice che deve controllare i sottovasi, non fatelo entrare e chiamate subito le forze dell’ordine”.
Quest’anno, inoltre, allo squadrone dei caccia zanzare, si aggiungeranno anche due guardie ecologiche volontarie che avranno il compito di controllare che la cittadinanza rispetti l’ordinanza del sindaco attiva dallo scorso lunedì. E se qualcuno verrà colto in fallo, ecco pronto un bel foglietto verde con tanto di sanzione che andrà da un minimo di 100 euro a un massimo di 600.
“Ma sia chiara una cosa – interviene l’assessore Stefano Vitali – non vogliamo fare una battaglia con i nostri cittadini, non è nelle nostre intenzioni, è un incentivo, chiamiamolo così, per far capire a tutti i riminesi che possiamo fare interventi su interventi, disinfestazioni su disinfestazioni, ma se non siamo noi i primi ad abituarci a fare opera di prevenzione, è tutto inutile”.
La conferma che dal Comune si pensi più a consigliare che a reprimere arriva dalla cifra che uscirà dalle casse di Palazzo Garampi.
“Per la campagna spenderemo 400mila euro più parte del contributo del milione messo a disposizione dalla Regione – continua Vitali – potevamo anche spendere di meno, i tecnici potevano passare solo una volta e dare ai cittadini tutti i consigli del caso. Invece i quattro o cinque passaggi servono proprio per far capire a tutti che ci vuole collaborazione se vogliamo vincere questa battaglia, perché il 60% dei casi si verificano in casa”.
Pensare che ci vorrebbe davvero poco.
“Pochissimo, basterebbe eliminare i sottovasi e dove non è possibile evitare il ristagno dell’acqua ma attenzione a non buttare tutto nei tombini; basterebbe tenere pulite le grondaie; coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere e, infine, tenere pulite fontane e vasche ornamentali. Ecco, se tutti facessimo attenzione a questi piccoli accorgimenti già la grande maggioranza del lavoro di prevenzione sarebbe fatto”.
Discorso a parte merita la situazione dei cimiteri.
“Per tutti i cittadini verrà messa a disposizione della sabbia in sacchettini da impiegare nei vasi con fiori secchi, inoltre presso la sede centrale del cimitero saranno a disposizione mille confezioni di prodotto larvicida da impiegare, invece, nei vasi con fiori freschi”.
Insomma, la caccia alla Tigre è partita. Adesso, però, tocca anche a noi cercare di metterla in gabbia. Basta poco.
Francesco Barone