Per le celebrazioni religiose, di fatto nulla cambia. Anche il Dpcm del 24 ottobre, firmato dal premier Giuseppe Conte, conferma la validità delle misure già in vigore per lo svolgimento delle funzioni e l’accesso ai luoghi di culto. All’articolo 1, comma p, si specifica che “l’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.
Al comma q, il Dpcm conferma: “Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni di cui agli allegati da 1, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnicoscientifico, a 7”.
Rispetto al precedente Dpcm del 13 ottobre, di analogo tenore, nel nuovo Dpcm del 24 ottobre si esplicita con ulteriore chiarezza che sono valide anche le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico arrivate successivamente alla stipula dei Protocolli.
Vediamo così di riprendere sinteticamente alcune indicazioni che via via sono state fornite nel corso degli ultimi mesi, nella consapevolezza che la fatica e l’imprevedibilità di questi giorni rendono ogni affermazione provvisoria, al momento in cui scriviamo queste note.
In tutti i luoghi parrocchiali si eviti ogni assembramento di persone e si rispettino sempre le norme sanitarie di cui deve essere data informazione mediante appositi cartelli. In particolare:
a) tutti coloro che vi accedono mantengano sempre la distanza interpersonale di 1 metro; indossino la mascherina; igienizzino le mani all’ingresso.
b) Non è consentito l’accesso ai luoghi in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C; non è consentito l’accesso a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti. Ciascun partecipante è in generale responsabile del rispetto di queste condizioni.
c) Gli ambienti utilizzati devono essere igienizzati adeguatamente in base all’uso effettivo e si provveda ad una adeguata areazione degli stessi.
1. Le chiese rimangono aperte e vengono celebrate le messe con il concorso di popolo, secondo le indicazioni del Protocollo del Governo del 7 maggio per la ripresa delle celebrazioni con il popolo, i successivi aggiornamenti estivi e i decreti vescovili.
2. Si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria anche durante la stagione invernale, specialmente prima e dopo le celebrazioni. Per gli impianti di riscaldamento è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. Se ciò non fosse possibile è comunque consentito metterli in funzione.[1]
3. La stessa capienza massima delle chiese calcolata per le messe festive e feriali, secondo quanto previsto dai Protocolli, è utilizzabile anche per funerali, matrimoni, cresime, sacramenti della Iniziazione cristiana e ogni altra celebrazione, con l’adozione delle medesime misure.
4. La Liturgia delle Ore, le adorazioni eucaristiche, i rosari si celebrino solo negli stessi spazi e con l’adozione delle stesse misure previste dalle indicazioni per le messe.
5. Circa la celebrazione eucaristica, si osservino le indicazioni dei testi di riferimento già menzionati. In particolare:
a) I celebranti, alla venerazione del Vangelo, evitino di toccare con le labbra il Libro; tengano sempre coperti il pane e il vino sull’altare; distribuiscano la Comunione con la mascherina, soltanto nelle mani dei fedeli, dopo essersi igienizzati le proprie; purifichino adeguatamente i vasi e i calici al termine della celebrazione.
b) Non si organizzi nessuna processione offertoriale con i doni.
c) Si continua a omettere il segno dello scambio di pace o se viene fatto sia soltanto un invito al saluto o al sorriso.
d) La fila per ricevere la Comunione sia formata mantenendo la distanza sanitaria e con percorsi prestabiliti a senso unico.
e) È vietato lasciare sui banchi e sulle sedie fogli o testi di altro tipo utilizzati per la celebrazione.
f) Le acquasantiere continuano a rimanere vuote.
g) I cori possono essere reintrodotti se viene garantita una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e gli altri soggetti presenti.
h) Durante lo svolgimento delle celebrazioni non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; ma anche persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, ma che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune.
6. Circa la celebrazione di alcuni sacramenti, in particolare:
a) Per le unzioni di Battesimi, Cresima di adulti e Unzione degli infermi con persona singola è sufficiente che il celebrante si igienizzi le mani (per compiere l’unzione e imporre la mano sul capo). Per le Cresime di più persone si usi un batuffolo di cotone. Nel Rito battesimale dell’effatà si eviti di toccare gli orecchi e la bocca. In ogni caso, si abbia l’avvertenza di mantenere una opportuna distanza dalle persone interessate e di indossare la mascherina.
b) Nei matrimoni gli sposi non sono tenuti a indossare la mascherina con l’accortezza che colui che raccoglie il consenso (sacerdote o diacono) utilizzi, invece, la mascherina e mantenga una distanza dagli sposi di almeno 1 metro.
c) Il sacramento della Penitenza sia celebrato in luoghi ampi e areati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso. Sacerdote e fedeli indossino sempre la mascherina.
7. È consentita la visita ai malati dei ministri della Comunione. ma si proceda soltanto per quelle famiglie che ne fanno esplicita richiesta. Sono consigliate queste misure:
a) ciascun Ministro, dotato di mascherina, potrà visitare periodicamente un gruppo ridotto di malati e sempre gli stessi.
b) la Comunione verrà data, per quanto possibile, sulla mano.
c) prima e dopo aver comunicato il malato, il Ministro si pulirà accuratamente le mani.
8. Si raccomanda (non è un divieto, ma una raccomandazione) di svolgere le riunioni in modalità a distanza. In ogni caso, qualora si facessero in presenza[2], si prediligano gli ambienti più grandi (chiesa compresa) e si rispettino tutte le norme già note (distanziamento, igiene delle mani, mascherina, ecc.).
9. Sono vietate le sagre parrocchiali.
10. Sono vietati buffet, rinfreschi, momenti conviviali in piedi e feste di qualsiasi genere negli ambienti parrocchiali.
11. Le attività catechistiche e formative (compresi i doposcuola) per ragazzi e adolescenti sono possibili, rispettando le indicazioni contenute nelle Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti.
12. Le attività dei bar e circoli parrocchiali sono vincolate alle norme valide per la ristorazione.
13. Le attività degli sport di contatto (calcio, calcetto, pallacanestro, pallavolo, ecc.) sono vietate, anche quelle non organizzate, sia al chiuso che all’aperto. È possibile solo l’attività individuale (lo stesso per la danza e la ginnastica). In ogni caso si faccia riferimento alle indicazioni del Ministero dello Sport e delle organizzazioni sportive.
14. In merito alle prossime festività di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti le celebrazioni sono ammesse nei cimiteri solo se sussistano le condizioni di sicurezza sanitaria fin qui delineate.
[1] Relativamente agli impianti di riscaldamento non vi sono disposizioni puntuali per quanto riguarda le chiese: il documento cui fare riferimento è quello emanato dall’Istituto Superiore di Sanità a Maggio 2020. Indica in modo molto chiaro che la circolazione dell’aria in ambienti chiusi può facilitare la veicolazione dei virus e ciò dipende molto dalla velocità di emissione dell’aria e dal sistema di ricircolo. Molte chiese utilizzano un sistema di riscaldamento ad aria con un sistema di ricircolo dell’aria mediante bocche di aspirazione poste all’interno della chiesa. Un atteggiamento prudenziale farebbe propendere per il non utilizzo di tali impianti se non dopo verifiche puntuali sulla velocità dell’aria in emissione, sulla possibilità di evitare il ricircolo, sulla situazione dei filtri, ecc. e su una programmata attività di sanificazione/igienizzazione delle componenti tecniche sicuramente costose.