La Chiesa riminese dal 25 novembre avrà 110 nuovi ministri istituiti. Il “mandato” lo darà il Vescovo alla Messa delle 17,30 in Cattedrale. Sono uomini e donne di varie età, che nella vita svolgono attività differenti, che si impegneranno come Accoliti, Lettori, Ministri Straordinari della Comunione e Ministri della Parola. Abbiamo parlato con alcuni di loro.
Quali sono le motivazioni che vi hanno fatto accettare la chiamata a questi servizi?
Daniele: “Due motivi: il primo è la volontà di aiutare con il servizio di accolito la mia parrocchia, il secondo è il desiderio, che ho sempre avuto, di vivere più intensamente la liturgia eucaristica”.
Paolo: “Avevo voglia di riprendere l’impegno in parrocchia. Durante la domenica della Festa del Dono il presbitero ha invitato tutti ad aiutare in parrocchia. Ho dato la mia disponibilità, ma non avevo già deciso quale servizio svolgere. Il parroco mi ha proposto il servizio di accolito. Non sapevo neanche chi fosse l’accolito! Mi sono messo in cammino per decidere e dopo un periodo di discernimento ho capito che quello era il servizio a cui il Signore mi chiamava”.
Maria Chiara: “Il mio parroco mi ha fatto la proposta di servire come ministro della Comunione. Ho poi avuto modo di pensarci e mi sono sentita di dire il mio sì a un servizio che avevo vissuto in occasione dei momenti di malattia dei miei cari. In quei momenti l’arrivo del ministro significava ricevere la visita di Gesù in casa. Era un momento di gioia, un momento sereno anche nel tempo più difficile della malattia. Quindi mi sono sentita chiamata a dire il mio sì per portare Gesù e il suo aiuto alle persone che ne hanno bisogno, che hanno difficoltà ad arrivare in chiesa per la celebrazione dell’Eucarestia”.
Come giudicate il percorso di formazione che avete frequentato?
Daniele: “Il percorso è stato molto utile. A livello di zona pastorale ci siamo incontrati una volta al mese per un anno e mezzo. A livello diocesano ho frequentato con molto interesse il corso di teologia pastorale organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose”.
Paolo: “Nel percorso di zona pastorale mi sono potuto confrontare con persone che stavano facendo il mio stesso cammino e con persone che svolgono già il servizio. Mi è piaciuto il corso di teologia pastorale: se avessi più tempo mi iscriverei al corso di Laurea dell’Istituto”.
Maria Chiara: “Il percorso mi è stato utile. A livello di zona pastorale ci siamo incontrati mensilmente. In uno di questi incontri il Vescovo ci ha aiutato ad approfondire che come ministri della Comunione andiamo a far sentire la vicinanza della Comunità a persone che, essendo impossibilitate ad andare in chiesa, non possono vivere il legame e il calore della Comunità”.
Vi siete sentiti accompagnati in questo cammino dalle vostre comunità?
Daniele: “Sicuramente. Sono stato accompagnato dalla preghiera di tutta la comunità e in particolare dal gruppo di tutti i ministri con momenti vissuti insieme”.
Paolo: “Sì. Mi sono sentito accompagnato da tutta la mia parrocchia”.
Maria Chiara: “Sì. Da subito sono stata inserita nella chat dei ministri della parrocchia. Tra noi abbiamo avuto momenti di scambio e di formazione. Inoltre domenica scorsa abbiamo partecipato alla Messa e a un momento di preghiera insieme a tutti gli altri ministri”.
Cosa pensano le vostre famiglie di questa scelta?
Daniele: “Sono contenti. Anche i miei figli collaborano in parrocchia”.
Paolo: “Sono contenti. I miei figli hanno seguito il percorso facendomi domande, chiedendo dove andassi quando uscivo per la formazione, e cosa facessi”.
Maria Chiara: “Le mie figlie sono contente e hanno condiviso con me questo servizio in silenzio senza tanti discorsi”.
Erika Guidi