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Chiamati alla speranza

Siamo chiamati al futuro” e il Giubileo ormai alle soglie “ci chiama alla speranza”.

Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, che nella sua introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani ha affermato che “è la speranza il tema di questa fase della vita delle Chiese che sono in Italia e della Cei stessa”: “la multiformità della vita ecclesiale italiana, a partire dalla pietà popolare, è una ricchezza irrinunciabile che sarebbe sbagliato ridurre a un modello. La Chiesa è viva!”. All’apertura dei lavori, un pensiero a quanti sono stati colpiti dall’alluvione in Romagna e nelle Marche, unito alla richiesta alle istituzioni di “intervenire, con tempestività ed efficacia: le accuse vicendevoli e i proclami lascino il posto a misure adeguate, scelte lungimiranti e azioni concrete”.

“Alcune prassi e regole ecclesiali non si adattano più alla realtà e vanno per questo riscritte: è il tempo di essere propositivi e concreti nell’impostare la riforma della Cei”. “Tanti uomini e donne stanno mettendo cuore

e mente per realizzare il sogno di una Chiesa sinodale e missionaria e, quindi, più accogliente, aperta, snella, capace di camminare con le persone, umile”, ha assicurato il presidente della Cei, secondo il quale bisogna “affrontare anche le questioni ecclesiali più delicate e nuove con coraggio e intelligenza”.

Tra queste, “c’è il tema dell’esercizio dell’autorità nella Chiesa che richiede per tutti la decisione, sempre rinnovata, di servire, di donare se stessi”. A livello di Sinodo universale, “i delegati si stanno confrontando apertamente infatti anche su temi più rilevanti per noi come la trasparenza, il rendiconto, la valutazione esterna nei processi decisionali”. “ Una Camaldoli per l’Europa, per parlare di democrazia ed Europa”, la proposta per il nostro continente. Facendo riferimento ad “un nuovo piano Marshall,” invocato per impedire che l’Europa precipiti in una “lenta agonia”, Zuppi ha espresso l’auspicio che “l’Europa resti fedele alla sua vocazione al dialogo e alla pace” e ha citato tra i temi più urgenti da affrontare “l’invecchiamento della popolazione, le povertà, il fenomeno migratorio, il secolarismo e l’individualismo”. Tra i temi pastorali da affrontare, la questione educativa: “Un’urgenza che ci interpella tutti. L’investimento sulla scuola è certamente

tra i più importanti per una società che abbia a cuore le nuove generazioni e il suo stesso futuro”. “In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci”. Nella parte finale della sua introduzione, Zuppi ha rilanciato il grido d’allarme di Papa Francesco sul Mediterraneo diventato un cimitero. “Bisogna fare presto e prendere i provvedimenti opportuni che garantiscano i diritti e richiedano il dovere perché l’Italia possa crescere pure con il contributo di quanti vengono proprio per trovare futuro”; l’appello, insieme a “un pensiero grato a quanti si prodigano, senza risparmio, per accogliere questi nostri fratelli e accompagnarli nel cammino dell’integrazione e della promozione”.

N. Michela Nicolais