Il problema ormai non è capire se una rondine fa o meno primavera. È le rondini, poveracce, neppure loro sanno più che fare. Le si poteva vedere gironzolare smarrite a novembre inoltrato chiedendosi perché mai dovevano emigrare visto che là sotto c’era ancora gente che di giorno se ne andava tranquilla senza giacchetto. Quando magari qualche rondine era già partita ad agosto, scambiandolo per l’autunno. Il tutto in attesa di un inverno che, secondo gli esperti, porterà temperature siberiane come non se n’erano mai viste. Meglio così: visto che dopo la defaillance dell’aeroporto dobbiamo riconquistare il mercato russo, qua gli offriamo proprio il clima che troverebbero a casa loro. La si mette sulla facezia perché, lo sanno tutti, quella del clima impazzito è una storiella inventata dagli ambientalisti terroristi a uso dei creduloni, come la storia delle scie chimiche. Sono solo anomalie di stagione, non c’è bisogno di andare a scomodare l’inquinamento, le risorse che stanno finendo etc etc. Il clima è sotto controllo, non è il caso di farla tanto lunga per qualche sfasamento. Ma intanto, così per dire, qualcuno per caso si ricorda l’ultimo mese che ha avuto un clima vagamente simile a quello che doveva avere?
PS. Dedicato alla memoria del colonnello Andrea Baroni, figura rassicurante di un meteo che non c’è più.