“Dormi bene, godi di ottima salute”. È lo slogan della decima Giornata Mondiale del dormire bene, il 19 marzo. Giornata che l’Emilia Romagna ha dedicato quest’anno alla sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (Osas), una patologia di grande importanza sociale e in rapido aumento nella popolazione.
Emergenza sociale
Il 4% della popolazione è affetto da Osas, per cui si stima che in Italia ne soffrano 1 milione 600mila persone, 130mila in Emilia Romagna, circa 12mila nella sola Provincia di Rimini.
Proviamo a delineare il quadro in rapida crescita di questa malattia, che correla strettamente con l’obesità, riflettendo sulla qualità della vita e la sonnolenza diurna che ne deriva. Questa spesso provoca incidenti sul lavoro o in strada. Costituisce dunque una vera emergenza sociale, da riconoscere e curare.
Sonno e disturbi respiratori
A parlare è il Dott. Saverio Desiderio, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, dirigente pneumologo presso l’Ausl di Rimini ed esperto di Disturbi Cardio-Circolatori nel Sonno.
“I disturbi respiratori sonno-correlati (Drsc), sono anomalie respiratorie che si verificano durante il sonno. Il più comune è il russamento semplice, che riguarda il 40% della popolazione, colpisce soprattutto gli uomini tra i 40 e i 65 anni ed è caratterizzato da respiro rumoroso a causa di vibrazioni del palato molle, dell’ugula e dei pilastri”. Poi, c’è il respiro anormale associato a diverse malattie: dell’apparato respiratorio, otorinolaringoiatriche, neuromuscolari, endocrine (l’obesità riguarda il 70% dei pazienti con Osas), cardiocircolatorie.
Osas
A tutti può capitare un’apnea nel sonno. Ma parliamo di sindrome quando le apnee durano più di 10 secondi e sono più di 5 per ogni ora di sonno.
Gli uomini ne soffrono 4 volte più delle donne, specialmente tra i 40 e i 50 anni. In genere arrivano al medico su segnalazione della partner che sente il russamento interrompersi bruscamente.
La patologia si caratterizza, infatti, per russamento interrotto da pause del respiro a causa di ostruzione totale o parziale delle vie aeree superiori che causa ossigenazione insufficiente del sangue.
Perciò di notte il sonno è scadente con russamento intenso, pause respiratorie, microrisvegli, sudorazione, tendenza ad urinare spesso. E di giorno subentrano sonnolenza, stancabilità, irritabilità, calo della libido, depressione, diminuzione della concentrazione, perdita della memoria, alterazioni della personalità, cefalea. Tutto ciò fa aumentare il rischio di incidenti stradali, che risultano da 3 a 8 volte più frequenti del normale.
La polisonnografia
Ogni anno circa 1000 riminesi si sottopongono ad accertamenti presso l’Unità Operativa di Pneumologia di Rimini e Riccione, 350 persone hanno effettuato la polisonnografia e 108 sono gravi e in terapia con CPAP.
La polisonnografia notturna è l’esame specifico per diagnosticare l’Osas: consiste nella registrazione contemporanea dei parametri respiratori e cardiologi attraverso uno strumento che segna il movimento dell’aria che entra e esce, l’ossigenazione del sangue e la frequenza cardiaca. Il monitoraggio può essere poi completato con l’elettroencefalogramma se questi parametri non sono sufficienti (nell’1-2% dei casi).
Prima di arrivare alla polisonnografia, però, possono passare anche 10 anni, perché sospettare una Osas non è semplice.
Nel frattempo, si possono manifestare le patologie correlate: patologie psico-neurologiche, incidenti di strada o sul lavoro, patologie cardiovascolari (ipertensione sistemica, cardiopatia ischemica, aritmia), sindrome metabolica, poliglobulia.
Le malattie cardiovascolari sono nettamente associate con Osas. Anche l’ictus è più frequente in questi pazienti: il 65% dei soggetti che hanno un ictus soffre anche di apnee notturne e l’ictus predispone a sua volta alle apnee notturne visto che il paziente immobilizzato tende ad ingrassare.
Come si cura
Il 70% dei pazienti è obeso per cui la prima terapia consiste nel dimagrimento con dieta ipocalorica ed esercizio fisico.
Nei casi di Osas grave si comincia subito il trattamento con Cpap, un apparecchio che si usa di notte (e anche nel sonnellino pomeridiano) per correggere le apnee: è costituito da una mascherina nasale o naso/ bocca che eroga aria a pressione positiva evitando quindi il collabimento delle vie aeree superiori.
La Cpap è il trattamento di scelta anche per le apnee nei casi di distrofia muscolare o di Sla, malattie che colpendo i muscoli respiratori, predispongono inevitabilmente alle apnee notturne. Il noleggio della Cpap costa alla Ausl dai 100 ai 150 euro al mese per cui si capisce bene che questa malattia ha anche un importante impatto economico, oltre che personale e sociale.
È importante, in tutti i casi, curare l’igiene del sonno: limitare l’uso di alcol 3- 4 ore prima di dormire, evitare dove possibile l’uso di narcotici, sostanze stimolanti come il caffè, pasti serali pesanti, non coricarsi troppo tardi. In alcuni casi, infine, si ricorre alla chirurgia.
A Rimini
un progetto pilota
A livello regionale, Aipo (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri), Aims (Associazione Italiana Medicina del Sonno)e Aooi (Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani) hanno proposto un percorso condiviso e multidisciplinare per la presa in carico del paziente con apnee ostruttive nel sonno allo scopo di evitare la dispersione del paziente tra gli specialisti coinvolti e instaurare un percorso coordinato.
Tale progetto regionale è ancora latente, per cui a livello locale l’Unità Operativa di Pneumologia si è organizzata per attivare entro la fine di quest’anno un progetto di collaborazione con gli specialisti di pneumologia, cardiologia, Orl, endocrinologia e, in futuro, anche neurologia. In questo modo, sarà possibile farsi carico del malato nel complesso garantendogli un percorso unitario e mirato.
Romina Balducci