Il tempo sospeso non fa per me. La vita non può restare sospesa, bisogna viverla fino in fondo, sempre intensamente. E così, quando quel cattivone del coronavirus ha fatto irruzione sulla scena e ha paralizzato anche l’attività teatrale, ho pensato che era il tempo di reinventarmi”. Il suo ultimo spettacolo Paolo Cevoli l’aveva fatto il 22 febbraio a Camogli: La sagra famiglia, una rivistazione in chiave comico-religiosa – alla sua maniera, insomma – della figura del padre, nell’Antico e nel Nuovo testamento. Poi è calato il sipario, e chissà per quanto tempo sarà ancora così per un’attività dove la partecipazione della gente e l’«assembramento» – termine totem di questi tempi – sono inevitabili. Ma il limite è diventato una sfida. È proprio nel momento che, grazie al confronto con i suoi collaboratori, ha preso forma l’idea di continuare ad andare in scena utilizzando il mondo digitale, prima valorizzando e rilanciando un suo fortunato spettacolo, poi inventando qualcosa di totalmente nuovo.
Il video dei videi
La svolta è arrivata con Il video dei videi, una serie web in dodici puntate scritta insieme a Federico Andreotti e visibile sul suo canale YouTube, in cui viene proposta la rivisitazione di alcuni personaggi del “libro dei libri” presentati nello spettacolo La Bibbia raccontata al modo di Paolo Cevoli che anni fa aveva totalizzato 150 repliche in decine di teatri italiani.
Vengono riproposti spezzoni dello spettacolo mixati con interventi ripresi con l’iPhone nello studio della sua abitazione, e intervallati da un esilarante “influenser” con la faccia di un improbabile Groucho Marx e la voce di Cevoli che elargisce consigli e massime di vita conditi con uno slang anglo-romagnolo. “Una puntata speciale della serie è andata in rete a Pasqua, per raccontare la resurrezione di un Dio che facendosi uomo ha accettato di morire, ma proprio perché è Dio può risorgere e invitarci alla sua tavola imbandita con un agnello, uova di Pasqua e naturalmente un ottimo Sangiovese”. Un mix di sacro e profano che ha fatto il botto sulla rete e ha riscosso molti consensi tra genitori, insegnanti e perfino catechisti che hanno usati i “videi” come strumento educativo con i giovani.
La sit-com familiare
Il signor Covid ha colpito duro anche il lavoro della moglie Elisabetta, stilista di moda che venticinque anni fa ha inventato Toscaspose, una maison d’alta moda che a Bologna crea abiti da sposa e da cerimonia in puro Italian Style. “Anche lei non ha accettato di restare bloccata sotto i cumuli di detriti provocati dal crollo della sua attività professionale e una sera, guardandoci in faccia, ci siamo detti che potevamo provare a mettere insieme qualche elemento che i nostri due mondi solo apparentemente lontani hanno in comune: il gusto estetico, la leggerezza e il riso, quello che si butta agli sposi quando escono dalla chiesa e quello che un comico suscita tra gli spettatori. E così, dopo varie pensate, sta prendendo forma un’altra idea: una sorta di sit-com a puntate destinata al web, ambientata nel suo atelier, protagonisti un narratore di storie come me e una creativa come lei che discutono, bisticciano bonariamente, si prendono in giro. Tutto questo non sarebbe mai nato se non ci fosse stato il coronavirus: la necessità aguzza l’ingegno”.
Babbo Luciano, un pioniere
È proprio quello che è successo a Luciano Cevoli, il padre di Paolo, che nel 1952, a 25 anni, sale su un bastimento a Genova, destinazione Australia. Non sapeva una parola di inglese, non sapeva che lavoro avrebbe atto, ma sapeva ciò che voleva: mettere da parte un po’ di soldi per alzare di un piano la sua casa di Riccione e aprire un piccolo albergo, perché a quei tempi il turismo prometteva bene.
Torna dopo quattro anni, realizza il suo “upgrade edilizio” e apre la Pensione Cinzia, dove in seguito Paolo farà la sua prima esperienza lavorativa come cameriere.
Gestione familiare, nessuna esperienza alberghiera precedente, nessuna conoscenza della lingua tedesca, ritenuta necessaria per accogliere i turisti che dalla Germania cominciavano a calare numerosi in Riviera. Eppure diventò un pioniere del turismo riccionese: grande accoglienza, clima familiare, una faccia che sprizzava simpatia da tutti i pori, cucina tipica romagnola. “Il mio babbo aveva affrontato prima un viaggio verso una terra sconosciuta, poi l’incognita di un’attività tutta da scoprire, armato solo di una voglia di arrivare e di fiducia nella Provvidenza. Anche io oggi mi sento come uno che deve affrontare una traversata verso una terra che non conosco, ma provo a vivere la crisi professionale causata dal coronavirus come un’occasione per rilanciarmi anche professionalmente, cogliendo il buono che c’è in ogni cosa.
Sto scoprendo che tutto quello che accade è per me un bene e che si può sempre ripartire”.
Romagnoli Dop
Ripartire: è il filo rosso che lega insieme le puntate di Romagnoli DOP alla griglia di partenza, un’altra avventura sul web dove il comico incontra alla sua maniera albergatori, bagnini, ristoratori, baristi, imprenditori e artisti che “dopo mesi di sosta forzata ai box sono pronti con i motori accesi alla griglia di partenza e alla grigliata, per offrire a tutti ospitalità romagnola a denominazione di origine controllata”.
Quelli che rinascono
Un’altra idea in formato web nel “cantiere Cevoli” è il racconto di storie di persone che dopo aver toccato il fondo hanno trovato l’energia per rialzarsi e tornare ad essere più protagonisti della loro esistenza.
Imprenditori falliti, ex detenuti, giovani usciti dalla droga, studenti bocciati. Gente che potrebbe essere catalogata nella categoria degli sconfitti e che invece testimonia una volontà di rinascita. “Siamo tutti mortali, ma la morte non è l’ultima parola su di noi. Il filo conduttore dei dialoghi è la frase che ripeteva spesso il mio prof di religione, il grande don Oreste Benzi: l’uomo non è il suo errore.
Voglio raccontare occasioni di rinascita, ce n’è un gran bisogno di questi tempi. E anche io sto rinascendo”.
Giorgio Paolucci