Non ti insegno quello che già sai…È il momento tuo, lanciati così… butta fuori il meglio… punta in alto credi in me… nuovi stimoli si aspettano da noi…” I testi e le note della canzone Maestro di Renato Zero inondano Sala Manzoni. Almeno duecento persone hanno rinunciato al sabato della festa per ritrovarsi ad ascoltare la proposta che la Consulta diocesana giovanile fa, aprendo la riflessione “Una Chiesa in ascolto dei giovani”. È l’assemblea che il Vescovo ha convocato il giorno del patrono San Gaudenzo per lanciare l’impegno pastorale dei prossimi due anni sul tema del Sinodo. “Un anno per ascoltare i giovani, un anno per interpellarsi come Chiesa e costruire ambiti di Vangelo”, dirà il mons. Lambiasi in conclusione. A guidare il pomeriggio di lavoro don Davide Pedrosi, co-direttore della Pastorale Giovanile diocesana.
Il primo che siamo chiamati ad “ascoltare” è Filippo, 18 anni: i suoi sogni, le sue paure, il doloroso, ma liberante cammino di questi anni, dalla paura di non essere adeguato a quel che gli altri pensano di lui a quella di “non essere abbastanza capace di amore per gli altri”. Il quadro della sua vita, che era caduto ed andato in pezzi ora è nuovamente appeso, “ma è nuovo ed è davvero mio”.
Dopo Filippo è la volta di Marco, trentenne, educatore. Le storie di giovani che racconta sono affascinanti, ma le parole per noi adulti dure: “Tutti adesso vogliono parlare dei giovani, ma diverso è parlare con loro. È bello innamorarsi dei giovani, difficile è amarli”. Entusiasmo, passione, affetto li senti nelle sue parole e nel suo dolce, ma forte rimprovero ad un certo modo di essere Chiesa: “Cercano un posto dove sentirsi a casa, non perfezione o supereroi”.
La riflessione ora continua con Paola Bignardi che illustra i risultati dell’indagine sui giovani dell’Istituto Toniolo. “Siamo di fronte ad un cambio d’epoca”. Le motivazioni: l’influenza della tecnologia, la velocità con cui accadono le cose, la concezione del corpo e la sessualità, le emozioni che attraggono e travolgono… “Vi è ancora posto per Dio nel giovane d’oggi?” si chiede la relatrice. Risposta facile non c‘è, perché “oggi il giovane vive fra incredulità e nuovo fascino della fede”.
Molti gli spunti di “conversione” dettati dalla Bignardi: saper ascoltare i giovani e confrontarsi con le loro ragioni; presentare il cristianesimo in modo gioiso e vitale; offrire esperienze di comunità cristiane dalle relazioni calde, umane, autentiche; parlare linguaggi schietti, comprensibili, legati alla vita; ripensare l’identità e la qualità delle figure educative. “La comunità cristiana ha bisogno dei giovani per non invecchiare, per esser fresca, anche se questo può destabilizzare qualcuno”.
Alla Consulta giovanile il compito di chiudere con proposte concrete: 5 schede di lavoro per giovani e adulti; una ricerca diocesana della Caritas sulla povertà giovanile; la formazione degli educatori in tre incontri il 15-22 e 29 gennaio; le attività nelle Zone Pastorali; la GMG diocesana il sabato 24 marzo; l’Happening dei giovani sabato 12 maggio e l’incontro con papa Francesco a Roma l’11 e 12 agosto. Il primo appuntamento è comunque il 17 novembre per la Consulta aperta a tutte le Zone Pastorali.
Giovanni Tonelli