I più frequenti sono portafogli, borse e ultimamente biciclette. Ma non mancano oggetti curiosissimi come paramenti sacri, parrucchini e addirittura dentiere. Sì, sì avete letto proprio bene: dentiere. Sono solo parte degli oggetti che ogni giorno vengono portati al magazzino comunale di via Tonti, una trasversale di via Dario Campana, a Rimini. Lì, una volta arrivati, vengono catalogati con tanto di cartellino con nome di chi l’ha rinvenuto, indirizzo, descrizione dell’oggetto stesso e soprattutto data del ritrovamento. Detta così può sembrare una cosa banale, un fatto di ordinaria amministrazione, invece dietro questo magazzino che fa parte della struttura dell’ufficio Economato di Palazzo Garampi, ci sono delle procedure molto precise da rispettare.
“Le norme che regolamentano la restituzione degli oggetti – spiega Mario Monetti, responsabile dell’ufficio – fanno riferimento al nostro Codice civile. L’iter è molto semplice: se l’oggetto viene ritrovato da un privato cittadino, diventerà proprietà di questa persona se non verrà reclamato dal legittimo proprietario entro un anno; se invece lo ritrova un rappresentante della forza pubblica, che può essere un carabiniere, un vigile o un poliziotto, e se l’oggetto stesso non viene reclamato da nessuno, viene messo all’asta”.
Asta che viene organizzata sempre dal Comune.
“In realtà di aste ne facciamo più di una e ogni volta ne diamo notizia affiggendo manifesti pubblici proprio perché i cittadini ne vengano a conoscenza. Deciso il giorno e il luogo, l’asta si svolge come qualsiasi asta pubblica, ossia si parte da un prezzo base e si procede per offerta al rialzo”.
Una volta terminata, il Comune incassa i soldi.
“Ma li utilizza – precisa Monetti – come forma di beneficenza verso quelle associazioni che ne hanno più bisogno”.
Come si diceva all’inizio, sono tanti gli oggetti rinvenuti e anche dei più disparati.
“Diciamo che i più frequenti sono portafogli, marsupi, biciclette, ma anche caschi di motociclisti e passeggini dimenticati dalle mamme, magari dopo che hanno messo i propri figli all’interno dell’auto. Poi ce ne sono alcuni davvero da non credere: ci hanno portato paramenti sacri, spade e perfino dentiere”.
Oggetti che vengono custoditi e che spesso tornano al legittimo proprietario.
“Capita sovente che persone telefonino per sapere se abbiamo rinvenuto questo o quell’oggetto. Spesso, soprattutto nel periodo estivo, riceviamo chiamate anche da turisti che una volta tornati a casa si sono accorti di non aver più un determinato oggetto. In quelle circostanze ci attiviamo per spedirlo noi stessi”.
Un servizio, dunque, di primaria importanza e del quale i riminesi sono molto contenti.
“Non solo i riminesi. – conclude Monetti – In archivio giacciono tantissime lettere di ringraziamento e questo per noi è motivo di vanto: significa che la gente apprezza il tuo lavoro”.
Sperando che nessuno se ne dimentichi mai.
Patrizio Placuzzi