Tra una settimana tre uffici postali chiuderanno i battenti: Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Correggiano/Gaiofana, in un’area dove vive il 34% della popolazione riminese
Decisa la chiusura delle sedi di Corpolò, Vergiano e Gaiofana/San Lorenzo. Le proteste vibranti dei cittadini che raccolgono 1.000 firme e potrebbero avviare il boicottaggio dei conti BancoPosta
La decisione è irrevocabile: si chiude.
Nessuno spazio per il dialogo, per i dirigenti di Poste “ non ci sono margini di ripensamento”. A fine mese ben tre uffici postali del circondario riminese – Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Correggiano/ Gaiofana – abbasseranno la saracinesca.
Poste Italiane prova a smarcarsi: l’operazione di chiusura è inserita in un piano di riorganizzazione dei servizi territoriali su scala nazionale. E poco importa che i cittadini di Corpolò dovranno sciropparsi 2,5 km per raggiungere l’ufficio più vicino, quelli di Vergiano dovranno scarpinare un po’ di più per spedire lettere e raccomandate e fare operazioni allo sportello. I più penalizzati, in questa sfida tra “poveri”, sono i residenti di San Lorenzo in Correggiano e Gaiofana: il traguardo postale più vicino per loro è posto a circa 8 km.
“ Una scelta incomprensibile e inaccettabile”. Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad boccia con parole dure il Piano di razionalizzazione dell’azienda per il 2025 che porterà alla chiusura al pubblico dei tre uffici. Sadegholvaad attacca un Piano “ che manca a mio parere di una visione lungimirante: va ad impoverire di funzioni le aree più interne e decentrate, contribuendo quindi al loro spopolamento a favore invece di una sempre maggiore ‘metropolizzazione’ delle nostre città”.
Il sindaco insieme all’assessore ai servizi civici Francesco Bragagni ha incontrato in videoconferenza i rappresentanti locali e nazionali di
Poste Italiane sul tema delle chiusure. Secondo l’ex consigliere comunale Mario Erbetta forse c’è stata un po’ di sottovalutazione del problema: l’ipotesi di chiusura circolava da ottobre scorso. A Gaiofana, ad esempio, Poste era in affitto dalle suore e la disdetta era già stata inoltrata da tempo.
Sul tema chiusure si sono scontrati l’ex sindaco di Rimini e deputato Pd Andrea Gnassi – che ha annunciato “ interrogazione urgente al governo” – e la senatrice di Fratelli d’Italia, ex sindaca di Coriano, Mimma Spinelli, che pure ha annunciato una visita al Ministro Urso per far luce sulla questione.
Le baruffe tra schieramenti politici avversi però non interessano più di tanto a cittadini e residenti, che devono invece fare i conti con i disagi inevitabili che le chiusure regaleranno.
Ancora Sadegholvaad. La scelta operata dall’azienda va nella direzione di “ creare un disservizio ai cittadini che abitano lungo la Marecchiese, toccando aree, Gaiofana compresa, dove vive il 34% della popolazione riminese”.
La senatrice Spinelli il 27 dicembre ha incontrato i vertici aziendali, chiedendo loro di verificare i numeri reali dei flussi dei tre uffici. Un tema, quello del flusso di lavoro degli uffici, caro anche alla consigliera riminese Manuela Guaitoli “ I clienti non sono soltanto anziani in attesa di pensione, ma anche chi paga la bolletta e chi ha di Poste operato investimenti con la Posta.
Ai vertici chiedo di farci sapere con trasparenza il traffico e i conti degli uffici”.
La chiusura ha portato anche ad una interrogazione in Regione. “ Quali azioni Poste Italiane intende intraprendere per rivedere il nuovo piano di razionalizzazione che, oltre ad anticipare un’ulteriore privatizzazione, prevede la chiusura di 14 uffici postali in regione, in particolare nelle aree periferiche e marginali che già scontano l’isolamento e riduzioni di orari di apertura?”. Alice Parma è consigliera regionale e viene da due lustri da sindaco di Santarcangelo, dunque a stretto contatto con questioni relative a servizi e aree decentrate. È lei a far notare una incongruenza nella scelta di Poste (che, ricordiamolo, è società partecipata dallo Stato): la riduzione del servizio postale è in contraddizione con il progetto “Polis-Case dei Servizi Digitali”, promosso dal Governo nell’ambito del PNRR che dovrebbe favorire la coesione sociale ed economica, e superare il divario digitale nei piccoli centri. Lo stop degli uffici postali di periferia “ rischia di ottenere l’effetto opposto, aumentando l’isolamento delle comunità già penalizzate e aggravando le difficoltà di accesso ai servizi digitali di chi non dispone di competenze informatiche adeguate”.
Meno servizi, meno comunità
Il problema La consigliera comunale Manuela Guaitoli, combattiva residente della “scippata” Corpolo
Per tutti era “Berto della Posta”, e i più maturi in paese se lo ricordano ancora bene. “Berto della Posta” era il funzionario dell’ufficio dal dopoguerra, quando lo sportello di Corpolò funzionava nelle attuali scuole elementari, una figura rimasta nella memoria del paese per l’importanza che Berto rivestiva quotidianamente a supporto dei residenti, anche nello svolgere un’azione identitaria.
Con la chiusura dell’ufficio postale a Corpolò non verranno a mancare solo i Berto del XXI secolo ma anche un punto di riferimento fisico oltre che un servizio essenziale.
“ Il fronte del malcontento si allarga e c’è preoccupazione da parte di migliaia di cittadini che abitano nelle zone periferiche – Corpolò Gaiofana, Vergiano e relativi circondari – che da fine gennaio non avranno più l’Ufficio Postale”. Manuela Guaitoli analizza la chiusura dei tre uffici postali riminesi da due punti di vista: quello di consigliere comunale e di cittadina di Corpolò, il suo paese. E cosa ne ricava? “ Preoccupazione, che sfocia in insofferenza sociale dal momento che tali decisioni si riflettono in importanti disagi sulla popolazione più fragile. – fa notare la Guaitoli – Per i nostri anziani, per chi non dispone di un automezzo per accedere agli altri uffici e in ogni caso l’utilizzo di mezzi di trasporto privati o pubblici, comporta un aggravio dei costi”.
Sabato scorso, ore 10. Tre persone all’interno dell’ufficio, otto in coda all’esterno. Un’immagine che da fine gennaio non vedremo più. Poste Italiane risponde individuando per i cittadini di Corpolò l’ufficio più vicino a 2.5 km, per quelli di Vergiano a 4.5 km e per i residenti di Gaiofana a circa 10 km.
Poste Italiane fondata nel 1862 e presente sui territori del circondario riminese già dall’inizio del secolo scorso, ha sempre svolto una azione di presidio sociale a servizio ai cittadini.
“ L’Amministrazione comunale – prosegue la sua analisi una amareggiata Guaitoli – ha realizzato e sta realizzando azioni di tutela e valorizzazione delle aree del forese decentrando servizi ottenuti anche dialogando con gli enti preposti, come è successo per il medico di base a Corpolò, azioni che a questo punto, con queste chiusure rischiano di essere vanificate”.
In mezzo al disagio
Da una parte Ospedaletto, dall’altra il Gros. In mezzo solo i disagi che attendono i residenti di San Lorenzo in Correggiano e Gaiofana alla chiusura, tra una settimana, dell’ufficio postale.
Mario Erbetta, ex consigliere comunale a Rimini e residente a Gaiofana, è rimasto spiazzato dalla decisione definita scellerata di Poste. Si è rimboccato le maniche e, insieme a tanti residenti, si è impegnato in una raccolta firme.
“Bar, tabaccheria, negozi, attività: tutta la comunità locale si è impegnata in questa che è l’unica iniziativa di protesta che possiamo realizzare. Il tema è sentito.
Gli oltre 1.000 ‘autografi’ raccolti sono stati inviati ai politici della zona, ai consiglieri regionali neo eletti e alla direzione centrale di Poste”.
Cosa pensate di ottenere?
“È comunque una prova di forza di una comunità compatta. La stessa unità di intenti che ci piacerebbe riscontrare nelle forze politiche di fronte a una chiusura che causerà gravi disservizi all’intera zona”.
Dovrete emigrare a Ospedaletto o al Gros.
“Entrambi sono lontane diversi km, ma al Gros non arriva neppure l’autobus. La chiusura è incomprensibile: Gaiofana è una zona in grande espansione e l’ufficio postale lavorava tanto, anzi doveva convivere con probemi di organico. Senza servizi essenziali come questi, il quartiere rischia di diventare un dormitorio.
Inoltre c’è un ulteriore questione”.
Quale, Erbetta?
“Il bancomat. Quello dell’ufficio postale non solo è molto utilizzato da privati e attività, ma è anche l’unico fino a Ospedaletto”.
Tommaso Cevoli