Da sessant’anni nella storia della città. Se qualcuno domanda indicazioni per orientarsi in città, non è raro che si senta rispondere: “Ha presente il Centro Zavatta? Bene da lì prenda la destra o la sinistra…”.
È così noto e radicato, il “Centro” (come in molti bonariamente lo appellano), che funge persino da indicatore stradale. D’altra parte mezzo secolo di attività ininterrotta per la città e la Provincia di Rimini non sono uno scherzo, specie in un settore, la formazione e la crescita dei ragazzi e il loro inserimento nella società a più livelli, nel quale c’è ben poco da scherzare.
“Tentare un bilancio di sei decadi di attività del Centro Zavatta è pressoché impossibile, si rischierebbe di tralasciare più di un aspetto fondamentale. – allarga le braccia il presidente del consiglio di Amministrazione della Fondazione En.A.i.P S. Zavatta Rimini e Associazione S. Zavatta onlus, Vittorio Betti – Sicuramente siamo stati un punto di riferimento storico e fondamentale per moltissimi ragazzi e ragazze arrivati sulla soglia d’ingresso del mondo del lavoro. E lo siamo ancora”.
Un risultato frutto di passione, professionalità e di una sana, creativa sfida che ha permesso nel corso degli anni di superare anche i tanti ostacoli che si sono frapposti al progetto di bene dello “Zavatta”.
Il Centro fa… storia
Lo “Zavatta” è noto a tutti ma forse non tutti ne conoscono l’origine. Forse non tutti sanno che l’immobile in cui ancora oggi opera la Fondazione fu donato dalla Famiglia Zavatta, dopo la tragica scomparsa del loro figlio poco più che ventenne Sergio. Fu a causa di quel fatto tragico e dolorosissimo che Enrico e Vittoria Gabellini, i genitori decisero di ricordarlo tramite un segno tangibile da lasciare alla sua città.
L’idea iniziale era di donare il fabbricato ad un ordine religioso femminile per farne un asilo. Il Vescovo Biancheri, chiamato in causa, consigliò agli Zavatta di guardare più avanti, incrociando lo sguardo ai bisogni impellenti di allora (era il 1958), cioè i giovani e il lavoro. Dopo diverse peripezie per sistemare le prime stanze nel 1959 partono i primi tre corsi del Centro: ha inizio un’esperienza straordinaria che ha cambiato la vita a migliaia e migliaia di giovani.
Il Centro Zavatta, fin dalle origini ha sempre sostenuto il bisogno e il desiderio del lavoro, il suo profondo significato così carico di valori, ed è rimasto – un poco per volta – al passo coi tempi.
Un ventaglio di servizi
Dalla formazione al sostegno della disabilità, dal computer (i primi corsi in città sono opera dello Zavatta) alla sanità, sono innumerevoli gli ambiti e i servizi offerti in questi sessant’anni.
Giovani, immigrati, emarginati, diplomati, laureati e disabili vivono oggi la quotidianità del Centro e il senso autentico del lavoro che in questo luogo si esprime e si dispiega. I corsi di ceramica, ad esempio, sono stati così importanti che hanno generato quella Mostra che ancora oggi è un fiore all’occhiello della città di Rimini, 58 anni dopo la prima edizione.
I corsi e i progetti, negli anni, sono aumentati in numero e in qualità, gli interventi si sono diversificati ed il Centro è diventato la misura, lo spessore, il segnale più evidente del cambiamento, ma anche della continuità e della fedeltà ai valori a cui ha fatto sempre costante riferimento. Un luogo per l’attività dei giovani. È nato così il Centro Zavatta, che oggi orgogliosamente esibisce sessanta candeline sulla torta della storia.
I giovani e le loro attività sono stati il filo conduttore del Centro Zavatta, i giovani che si sono formati, sono cresciuti e hanno imparato un mestiere in questa istituzione riminese così radicata nel tessuto cittadino. Perché il Centro è diventato “un marchio di formazione nel sociale”, dice Vittorio Betti, presidente dal 2015.
“Il Centro Zavatta si occupa di tante cose. Certamente la formazione professionale, sia per i più giovani sia per gli adulti, è il cuore della nostra attività, ma non l’unica”. Non manca ad esempio l’attività socio-assistenziale, grazie ai centri socio occupazionali sparsi nella città, per persone con disabilità.
Per festeggiare degnamente i primi sessant’anni di vita, il Centro Zavatta ha pensato ad una serie di iniziative. Un momento celebrativo è in programma lunedì 9 dicembre, alle ore 17.30, presso il Cinema Fulgor di Rimini, con la partecipazione dell’attore Roberto Mercadini. Sarà anche l’occasione di presentare il volume Centro Zavatta 60, realizzato per l’anniversario (e distribuito gratuitamente), un libretto che vuole essere – nelle intenzioni degli organizzatori un “ricordo e un ringraziamento per chi è passato da noi, in qualità di dirigente, insegnante o di studente”.
Il libro “Elio Verdinelli, il direttore che ha fatto centro”, che racconta la storia dello Zavatta, edito da ilPonte, è disponibile presso l’infopoint dell’Enaip, centro Zavatta.