L’Annuncio ha bisogno di un nuovo slancio. E chi pensa alla missione come ad un’urgenza che riguarda soltanto i Paesi lontani, dove le persone non conoscono ancora Gesù, dovrà ricredersi. La necessità di rievangelizzare, di favorire nuovo impulso all’incontro con Cristo, riguarda invece “i nostri stessi battezzati che si sono allontanati dalla partecipazione alla vita delle nostre comunità cattoliche. Annunziare a loro di nuovo Gesù Cristo, morto e risorto, e il suo regno, per condurli a un incontro forte con il Signore, questa missione oggi è urgente”. Le parole del prefetto della Congregazione per il clero, il cardinale Claudio Hummes, sembrano fatte apposta per “incorniciare” la Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, trentaduesimo appuntamento che si rinnova ogni anno a Rimini. Già il titolo scelto dagli organizzatori (“Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita”), tratto dagli atti degli Apostoli, era un preciso filo rosso per queste giornate, nelle quali spesso il presidente Salvatore Martinez ha sostituito alla parola “vita” il termine ancora più incisivo “salvezza”.
L’annuncio, dunque. Anche il cardinal Stanislaw Rylko ha ribadito l’importanza di dare un nuovo slancio all’evangelizzazione. “Oggi nella vecchia Europa – ha detto nell’omelia di sabato in Fiera il presidente del Pontificio Consiglio per i laici – assistiamo a un cristianesimo stanco, privo di gioia. La risposta a questa situazione la stanno dando i movimenti ecclesiali, le nuove comunità come lo è il Rinnovamento”.
I 20mila del Rinnovamento presenti a Rimini per tutta risposta hanno cantato, annuito e pregato per l’intero abituale appuntamento di primavera. Il movimento ecclesiale in Italia conta più di 200mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità. E anche quando l’età si abbassa, non viene meno lo sguardo missionario. Il titolo dei Meeting dei più giovani non lasciano dubbi: “Annunciamo Gesù con Tv Tele-Blu”,
“Gridiamo ai quattro venti: Dio è vita”, “Gridiamo a tutti che Dio è vita”. “Un popolo, il RnS, che professa una fede forte e comunitaria, che vuole dar corso alla nuova evangelizzazione carismatica con uno sguardo alle realtà temporali. – puntualizza con il suo solito elegante vigore il presidente Salvatore Martinez – Anno dopo anno abbiamo visto famiglie, giovani, vedove, sacerdoti cambiare stile di vita, «sospinti» dallo Spirito a sperimentare un nuovo amore per la Chiesa e a ricentrarsi sulla persona di Gesù, ineguagliabile maestro d’umanità e di dignità umana”.
Il messaggio inviato dal papa in apertura della Convocazione, in fondo, ribadiva la stessa tensione. “Sua Santità Benedetto XVI rivolge beneagurante pensiero e auspica che l’importante assise susciti rinnovata adesione a Cristo crocifisso e risorto, profonda, fraterna e gioiosa comunione e testimonianza gioiosa”, iniziava il messaggio a firma del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone.
In un momento in cui nel mondo si mettono in evidenza i limiti e le oscurità, gli ospiti della Convocazione, hanno invitato – seppure con accenti e sensibilità diverse – ad avere sempre il coraggio di dire il bene. “Continuate ad essere – ha detto il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco durante la Messa inaugurale – fermento umile e discreto ed, allo stesso tempo, luce e testimonianza come ci spinge a fare il vangelo”.
L’annuncio, dunque. Ma “Andate e proclamate” sarà per il rinnovamento un impegno da declinare ogni giorno e in ogni opera della vita. “Dal cuore dell’uomo al cuore della storia”: così lo sintetizza Martinez. Ecco perché ai momenti di preghiera la Convocazione ne alterna altri di riflessione sociale. Come quello sul reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, oppure la tavola rotonda “L’economia della salvezza e la salvezza dell’economia” in cui l’economista Stefano Zamagni si è impegnato a smontare i miti della crisi (dall’individualismo economico alla libertà intesa come autocoscienza non tesa al raggiungimento del bene comune), mentre Enrico Letta (Pd) auspicava un rilancio delle politiche sulla maternità, applaudito dal ministro Angelino Alfano, convinto che sia possibile “piantare un seme nel deserto spirituale odierno”. Dal cenacolo alla piazza, la missione è sempre la stessa, unica. E la fede si fa vita.
Paolo Guiducci