Dopo i danni, i bagnini di Riccione, e con loro tutte le categorie economiche, temono la beffa. La Regione, infatti, oltre a cassare la seconda barriera soffolta antierosione, per sistemare quella esistente, in gran parte danneggiata ha messo a disposizione solo 350mila euro che basteranno appena a tappare i buchi che si sono creati, soprattutto nella zona sud, davanti all’Hotel Alexandra e all’ex colonia “Bertazzoni”, nonché a Misano, a nord di Portoverde. In soldoni, come conferma il dirigente del settore Ambiente Ezio Venturi, per “chiudere le falle e riprofilare, la barriera, portandola dagli 80/100 centimetri a un metro e venti di altezza arriveranno solo 1.600 sacchi sui 6.000 necessari”. Da qui la richiesta di altri 200mila metri cubi di sabbia, per riempire altri sacchi. La sistemazione della difesa era stata sollecitata i mesi scorsi da politici e operatori, in vista della costruzione del nuovo molo di Cattolica che dovrebbe incunearsi in mare per ben 70 metri. Riccione e Misano, certe che l’intervento della Regina favorisca ancor più l’erosione, hanno posto la sistemazione delle proprie barriere come “condicio sine qua non” per procedere con il contestatissimo molo. Che sarà costruito per far fronte ai problemi causati dalla nuova darsena cattolichina, definita “un grandissimo errore”, anche dal primo cittadino di Misano.
Venerdì scorso, i sindaci Massimo Pironi e Stefano Giannini con le categorie economiche, riunite nella sala consiliare di Riccione, hanno incontrato gli ingegneri del Servizio Regionale di Difesa della Costa, Andrea Peretti e Sanzio Sammarini, per conoscere i risultati dei rilievi satellitari, effettuati in vista della manutenzione della barriera.
È stato confermato che la protezione in sacchi di Riccione ha prodotto risultati più positivi di quella in scogli, a Misano. Mentre nel primo caso il fondale oscilla da un metro e mezzo a due metri, nel secondo va da 2,80 a tre metri.
Amaro lo sfogo di Enzo Manzi della Cooperativa bagnini: “Non si capisce perché a noi la Regione per difenderci dà solo 350mila euro, mentre a Rimini per l’avamporto ha destinato 4 milioni e mezzo e Cattolica per il molo un milione e mezzo di euro”. Renato Santi, suo collega dell’Adriatica, aggiunge: “Importante è pure il costante monitoraggio e ripristino della barriera”. Come dire: quest’intervento non dev’essere un una tamtum.
Nives Concolino