Samuele e Michele, quinta liceo e seconda, entrambi allo scientifico, ma in Istituti diversi.
Per comprare i libri quest’anno i loro genitori dovranno spendere 378.95 euro per il grande e 150.75 euro per il piccolo. Totale 529.7 euro. Circa la metà dello stipendio mensile del padre, impiegato comunale. E le spese sono solo all’inizio.
E sì, che era stato stabilito un tetto di spesa massimo per i libri di testo a cui ogni scuola di ordine e grado avrebbe dovuto scrupolosamente attenersi.
Infatti con circolare numero 9 del Ministero della Pubblica Istruzione protocollo 373 del 15 gennaio 2008, veniva previsto che non si dovessero superare i 210 euro di spesa ad alunno. Alcune scuole hanno rispettato questa indicazione, altre no.
Settembre: mani al portafogli
E settembre, si profila un mese caldo per l’economia famigliare. Quaderni, penne e tutta la sfilza di corredo scolastico nella migliore delle ipotesi, costerà pro capite dai 100 ai 200 euro. E fosse finita lì…
Passiamo al doloroso capitolo del caro libri. L’aumento c’è stato, non si discute. il più delle volte si tratta di un incremento che pesa sulla ’nuova’ edizione. Dove per cambio edizione si può intendere semplicemente, un cambio di copertina, la numerazione delle pagine che viene spostata dall’aggiunta di una fotografia o di un’illustrazione in più. Piccoli cambiamenti che rendono il libro non più riutilizzabile.
E non parliamo dei libri ‘facoltativi’ inseriti nell’elenco. Facoltativi si fa per dire, visto che i professori pretendono di vederli sui banchi ad inizio anno scolastico.
Allora che si può fare?
Usato sì,ma di qualità
La scappatoia può essere quella di orientarsi verso ’l’usato di qualità’. Ma attenzione anche qui, bisogna sapersi districare tra onesti e furbetti. Ad esempio attenzione al meccanismo della rottamazione. Alcuni dei testi ‘rottamati’ e pagati con il prezzo simbolico di un euro, vengono poi rivenduti come usato piuttosto che essere portati al macero.
Ma nessuna falsa speranza, il modo migliore per partire con gli acquisti è quello di essere consapevoli che il metà prezzo non esiste.
I libri li paghi quando va bene il 25/30% in meno e il prezzo il più delle volte viene aggiornato a quello ‘maggiorato’ dell’anno in corso, non a quello scritto nel retro copertina e pagato a suo tempo.
Se costava 30 euro all’acquisto, lo dovresti rivendere usato a 15. Ma il condizionale è d’obbligo. Infatti, lo vendi al negozio specializzato nell’ usato che ti rende subito il 25% se va bene(se aspetti e lo lasci in conto vendita, prendi qualcosina in più ma non hai la sicurezza che venga smerciato proprio il tuo). Poi il prezzo del libro viene ‘ritoccato’ al prezzo vigente di copertina 2008, dal negoziante. Arriva quindi, a costare 35.50 e rivenduto…non proprio a ‘metà prezzo’.
Libro usato, meglio se sembra nuovo
I giovani studenti, infatti, non gradiscono più libri rovinati o sottolineati, anche l’usato deve assomigliare il più possibile al nuovo. E alcuni testi ci si avvicinano molto, perché sono copie fornite gratuitamente agli insegnanti e poi rivendute, anche se non si potrebbe, (sono individuabili oltre dal fatto che non sono stati mai aperti, anche dall’assenza di tagliandino di controllo che all’atto della donazione viene tagliato dai rappresentanti).
Esiste poi, un’altra questione da affrontare. Molti testi durante l’anno non vengono neppure aperti, col beneplacito degli insegnanti che spesso prediligono fotocopie o esercizi di laboratorio, più attuali della proposta cartacea. E i genitori si arrabbiano, e come potrebbero non fare altrimenti?
Ma come difendersi dallo spreco?
Più che intervenire alle assemblee di Istituto e farlo notare non si può. I testi vanno comprati. Tutti, anche quelli che poi si riveleranno inutilizzati.
L’amico supermercato
Un aiuto arriva dai discount alimentari. Alcuni si sono lanciati sul mercato scolastico, adottando la formula del risparmio del 20/30% sull’acquisto del nuovo… Sconto sul prezzo di copertina che ti viene rimborsato in buoni spesa.
Visto che mangiare dobbiamo farlo tutti i giorni, visti i prezzi che ha l’usato, alla fine un salto all’Ipermercato potrebbe anche convenire.
Cinzia Sartini