La crisi fa impennare le richieste d’aiuto alla Caritas cittadina di Riccione. C’è chi si rivolge ai volontari per pagare l’affitto della casa e le bollette, chi bussa per chiedere vestiti e chi solo per mangiare. Nonostante la pausa estiva, la mensa l’anno scorso ha raggiunto i 3.745 pasti, contro i 2.720 del 2010, anno in cui era stato registrato un incremento del 37%.
Sempre nel 2011 sono stati distribuiti 584 pacchi di viveri alle famiglie, dei quali 150 solo a Natale, e vestiti a 1599 persone. Tra docce, ascolto, sussidi, vestiario, segretariato, sostegno, pacchi, attrezzature e altro, nell’arco dell’ultimo anno sono stati forniti 18.180 servizi, con un incremento del 20%.
Da un paio di mesi, intanto, la mensa resta aperta anche nei fine settimana. Come spiega il presidente Giorgio Galavotti: “Questo è stato possibile grazie all’operazione Brutti ma buoni, messa in campo dalla Coop Adriatica che, nei primi due mesi d’avvio, con la consegna di tre tonnellate di alimenti, per un valore complessivo di 8mila euro, ha permesso all’associazione Madonna del mare di aprire la mensa della Caritas cittadina anche sabato e domenica”. Dei viveri donati usufruiscono gratis anche quattro persone che ricevono i pasti a domicilio e un centinaio di famiglie che ricevono i pacchi.
Il cibo donato dal supermercato è di prossima scadenza o ha le confezioni danneggiate, come i blister dai quali viene rubato un articolo o le bottiglie dell’acqua minerale con l’etichetta staccata. Tutti i martedì si riempie, quindi, un mezzo di trasporto diretto alla sede della Caritas a Spontricciolo. Con questa donazione, oltretutto, la cooperativa viene sollevata dall’onere della registrazione speciale della merce da smaltire. Comunque sia quest’operazione è una manna perché, spiega Galavotti: “A mangiare arrivano anche 40 persone per volta. E, nei picchi minimi, mai meno di 25”.
La catena di solidarietà va oltre. Ogni sabato il mercato ortofrutticolo offre i suoi prodotti, mentre due/ tre forni danno brioche, spianata e pane. Ma tutto questo non basta, perché le raccolte dei semplici cittadini sono un po’ in calo. Ed ecco che arriva l’appello: “Chi vuole può portare lamette da barba, indumenti intimi, coperte, cappotti, giubbotti e scarpe, magari da ginnastica fuori moda, perché sono in tanti ad arrivare con le calzature distrutte”.
Resta il problema del dormitorio.“Cerchiamo di identificare un posto che non sia centrale, né periferico. – spiega il presidente – E poi servono soldi, per allestirlo e gestirlo. Non è prossimo”. Sui volontari aggiunge:“Sono una sessantina, ma apriamo le porte a chi vuole dedicare anche solo un po’ del suo tempo”. Si può contribuire all’associazione anche diventando soci con 10 euro. Al momento gli iscritti sono circa 350. Oltre alla Caritas cittadina sono intanto in funzione le Caritas parrocchiali. una grande catena umana a sostenere chi ha più bisogno.
Nives Concolino