Come tutti voi che leggete queste note, anch’io ho tanti ricordi del cardinal Ersilio Tonini, perché come abbiamo conosciuto anche in papa Francesco, aveva il dono di far sentire ognuno importante per lui. Tonini venne a Rimini come amministratore apostolico a sostituire mons. Locatelli, in partenza per Vigevano e preparare l’arrivo del nuovo vescovo. Ricordo il primo incontro con i sacerdoti in Seminario. Non so cosa gli avessero raccontato di noi, ma aveva un tono di rimprovero, tono che non avrebbe mai più ripreso nei mesi successivi. Infatti, dopo solo poche settimane di conoscenza reciproca, si innamorò perdutamente della nostra diocesi e della sua vitalità. E di questo amore fu ricambiato. All’inizio aveva deciso di dedicare a Rimini due giorni alla settimana, alla fine, di fatto, era più il tempo che passava da noi che nella sua Diocesi di Ravenna.
Tre parole possono riassumere il suo impegno di pastore: ricucire, ridare fiducia, guardare avanti.
il Ponte, come giornale e come redazione, godette certamente di un rapporto privilegiato. Lui era stato giornalista e amava tutto ciò che permette una comunicazione personale e di massa. Per sottolinearne la importanza, in quel momento di incertezza in cui era piombata la diocesi negli ultimi mesi dell’episcopato di mons. Locatelli, volle essere presente in prima pagina, con riflessioni e commenti sull’attualità, dal primo all’ultimo giorno del suo servizio in Diocesi. Ricordo, oggi con un sorriso, allora con molta ansia, l’attesa dell’articolo che sistematicamente arrivava ben oltre il tempo massimo previsto per la stampa, nonostante le continue sollecitazioni, di cui pazientemente suor Paola, la sua segretaria, si faceva interprete a nome nostro.
Ma che dinamismo, che voglia di cose nuove, che spinta seppe dare al nostro lavoro! Individuò per il Ponte una nuova sede che favorì l’ulteriore sviluppo del giornale, in via Santa Chiara nella vecchia sede della Caritas, tutta naturalmente da risistemare.
Il cardinal Ersilio, allora solo monsignore, amava Rimini, la sua creatività, il suo essere porto di mare e di culture. Diceva seriamente:“Qui accade in anticipo quello che accadrà in Italia nei prossimi dieci anni, per questo dobbiamo essere attenti e partecipi nella costruzione di questa città”.
Nel commosso bilancio che fece del suo servizio nella Messa finale in cattedrale Tonini, domenica 17 settembre 1989, disse: “Ho dato con gusto, non è stato un sacrificio. Un prete è più quello che riceve di quello che da. Così è per un parroco, ancor più per un vescovo. Qui a Rimini ho trovato una… ebollizzione, una continua inventiva, una testimonianza d’amore. A me è toccata la fortuna di raccogliere ciò che altri hanno seminato.” Poi aggiungeva: “Penso con invidia, permettetemi la parola, a mons. Mariano che viene a ricevere questa eredità. E sono contento di aver aiutato questa Chiesa a prendere consapevolezza del suo dono”. Se non sono parole di un innamorato queste…
Giovanni Tonelli