Che belle le elezioni fino a fine maggio. Mica per niente: è che sotto casa mia in primavera posso godere della vista di un ampio prato pieno di margherite in fiore. E l’anno scorso, essendosi votato a marzo, il panorama mi fu occluso dalle plance elettorali: una modalità sulla quale stranamente, mentre i costi della politica sono sotto il mirino in ogni loro forma, regna ancora un certo disinteresse. C’è l’aspetto folkloristico e democratico, certo, visto che sulle plance gli spazi sono garantiti a tutte le forze. Ma, si chiede il cittadino medio, in epoca 2.0 dove sono le stesse amministrazioni pubbliche a spingere per digitalizzare tutto il digitalizzabile, ha ancora senso questa forma di propaganda rimasta ai tempi di Peppone e don Camillo? Invero vi è un’altra forma di propaganda cartacea assai più fastidiosa: i volantini nella buchetta della posta. Faccio un uso spudoratamente personale di questo spazio per dichiarare che NON desidero ricevere nella mia buchetta nessun volantino di nessun candidato di nessun partito. C’è quella della pubblicità condominiale, in caso. E non prendetela come un’offesa. Pensate alla psicologia del marketing: sta più simpatico un candidato a fianco del volantino del supermercato con le coscette di pollo a metà prezzo o uno che compare insieme al fascio delle bollette?