Parallelamente alla mostra “Da Vermeer a Kandinski, capolavori dei musei del mondo a Rimini”, voluta da Marco Goldin, per festeggiare i primi 15 anni di attività della sua società “Linea d’ombra”, e in programma fino al 3 giugno, Castel Sismondo ospita un’altra esposizione: “Sarnari. Cancellazioni”. È stato ripreso un vecchio tema chiamato le cancellazioni: si tratta di lavori fatti partendo da quadri famosi che vengono poi distrutti e ricostruiti in modo particolare. A promuovere la mostra, curata da Marco Goldin, è ancora “Linea d’ombra” insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio, di Rimini, con la partecipazione del gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta. Dato il sodalizio esistente fra Marco Goldin, “Linea d’ombra” e l’artista siciliano, era quasi d’obbligo allestire una mostra di Franco Sarnari (artista ospitato più volte alla Biennale di Venezia) per festeggiare i 15 anni della società che si occupa dell’organizzazione di mostre d’arte e allestimenti di esposizioni d’arte.
C’era già stata un fitta collaborazione in passato fra Sarnari e Goldin, sfociata in alcune esposizioni fondamentali, come la retrospettiva “Sarnari opere 1957/1994”, proposta a palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto (Treviso) nell’autunno del 1994, in cui sono stati esposti ben ottanta dipinti del maestro.
Scrive l’avvocato Massimo Pasquinelli, presidente della Fondazione Carim, nel catalogo della mostra: “Con la mostra che «Linea d’ombra» dedica a Franco Sarnari, anche la Fondazione Cassa di Risparmio, ospitandola, rende omaggio alla multiforme produzione di un pittore tutt’oggi molto fecondo. La serie tratta dalle cancellazioni è, in vero, una testimonianza felice della ricerca estetica e formale del maestro che da sempre si è profuso in un dialogo serrato incessante con le correnti pittoriche del novecento”. Per Marco Goldin, in questa mostra riminese, Sarnari ha voluto riprendere, “aggiornandolo, un filone fortunato della sua poetica, quello dedicato alle cancellazioni, cioè agli interventi che l’artista siciliano mette in atto su opere d’arte storiche, con un sua particolare sensibilità e con modalità di volta in volta differenti”. Per alcune opere qui riunite, concesse da musei di molti paesi, Sarnari, prosegue Goldin,“ha provato un rapimento emotivo e intellettuale, il medesimo che gli aveva sollecitato l’ammirazione per Piero della Francesca e la sua Flagellazione, nell’ultimo scorcio degli anni 80”.
Franco Sarnari, presente all’anteprima della mostra, racconta: “ho avvertito l’impellenza di appropriarmi della maglia dell’opera, annullandone le forme e riproponendole metabolizzate dalla sua intrinseca sensibilità. Con Piero a colpirmi – continua il maestro siciliano – furono gli antichi affreschi della chiesa di Santa Maria di Ispica, in Sicilia. Poi ho affrontato altri grandi della pittura italiana, in particolare Leonardo, Botticelli, e Raffaello”.
Si coccola “Sarnari. Cancellazioni”, Marco Goldin e snocciola orgoglioso i dati fin qui ottenuti dalla mostra “Da Vermeer a Kandinski”. Secondo il curatore della mostra si tratta di un grande successo. 73.000 visitatori in 91 giorni di apertura (provenienti da 81 province italiane) che in realtà si sono ridotti a 78, a causa del maltempo che nel mese di febbraio ha in pratica chiuso la mostra a San Marino e fatto funzionare a scartamento ridotto quella allestita a Castel Sismondo.
La media giornaliera è stata di 914 persone, che si alza a 1.400 al sabato e attorno ai 2.000 alla domenica. Il 20% delle presenze sono frutto di prenotazioni mentre il 74% è entrata senza prenotazione. Con la formula del biglietto aperto a 2 euro c’è stato un vantaggio per quanto riguarda l’affluenza. Su 45.000 prenotati, il 50% sono gruppi, il 30% scuole, il 20% privati. Per la mostra ha funzionato il passaparola. Nei giorni feriali circa 700-800 persone hanno visitato “Da Vermeer a Kandinski”. Per quanto riguarda le scuole di Rimini, il 40% di esse hanno prenotato. Rimini è in testa con le prenotazioni, con il 45% del totale, con gruppi, scuole e privati.
“Rimini – spiega Goldin – è tra le prime cinque mostre più visitate d’Italia ormai da un mese”. Mancano 50 giorni alla chiusura. “La nostra previsione – è l’auspicio del curatore – è di arrivare a 125.000 visitatori”, tenendo conto che la mostra durerà cinque settimane in meno rispetto alla precedente edizione.
Intanto il futuro delle grandi mostre a Rimini resta incerto. Per la prossima stagione non c’è stato alcun contatto tra Fondazione Carim e Linea d’Ombra.
Patrizio Placuzzi