PERDONATI…per donare”. Questo il tema della XXII Giornata Mondiale della Gioventù che si è svolta a livello diocesano durante la serata di sabato 15 marzo. Un titolo dalla duplice interpretazione che ha invitato fin da subito i tantissimi giovani presenti a capire che il perdono ricevuto deve essere sia stimolo per donarsi agli altri, come ha fatto Gesù sulla croce, ma anche per perdonare a nostra volta soprattutto in questo periodo pasquale.
Come aveva anticipato il vescovo Francesco la serata è stata anche un’occasione di digiuno sia dal cibo che dal classico divertimento del sabato sera, per esprimere un forte dissenso verso ogni forma di violenza. Un’iniziativa che ha fatto da eco a quella che si era svolta appena qualche ora prima a Bari, dove 100 mila persone si sono ritrovate in occasione della giornata contro le vittime di tutte le mafie, ma che ha ben risposto anche ad un bisogno di riflessione rispetto ai recenti fatti di cronaca avvenuti a Rimini.
I ragazzi presenti si sono radunati di fronte alla chiesa dei Paolotti, in piazza Tre Martiri, dove il Vescovo li attendeva per iniziare la veglia. “Non siamo in questa piazza per occuparla – inizia il Vescovo salutando i giovani – ma per fare il segno della croce che è segno di amore e di servizio e che ci aiuta a seguire la via del Vangelo, la pace e la non violenza. Siete qui per esprimere una provocazione alla città perché noi tutti vogliamo una città ed una società diversa che si ispirino all’amore”.
Dopo queste parole introduttive mons. Lambiasi ha iniziato ad accendere le candele che i ragazzi tenevano in mano. Poi in processione si sono tutti avviati verso il Duomo ed una volta arrivati ognuno ha depositato il suo lume lungo il perimetro di un’immensa croce disegnata nello spiazzale della cattedrale con il risultato che in poco tempo si poteva ben vedere una grande e suggestiva croce di fuoco. Appena entrati è bastato poco per rendersi conto di quanta gente avesse risposto all’invito del Vescovo. Finiti i posti a sedere in molti si sono “accomodati” per terra.
Tantissimi giovani, non ragazzini, ma degli ultimi anni delle superiori, università e lavoratori, segno che don Francesco ha colpito ancora: anche questa volta i suoi appelli, i suoi costanti e appassionati inviti, accompagnati da motivazioni forti non hanno lasciato indifferenti quei giovani troppo facilmente associati alla cosiddetta “bella vita” e alle discoteche.
Dopo i canti introduttivi e la lettura del Vangelo è stata portata all’altare la croce della GMG della Diocesi di Rimini, accompagnata dalle richieste di perdono. I “Megales Phones” (“A gran voce”, così si è battezzato il Coro diocesano della Pastorale Giovanile che ha animato la serata) hanno proposto l’atteso inno della GMG di quest’anno che si svolgerà a Sydney nel mese di luglio: “Receive the power Ritmo e musica non paiono travolgenti come gli inni delle precedenti GMG, ma solo ascoltarlo ha permesso ai presenti di catapultare la loro mente a migliaia di chilometri di distanza, in Australia, sognando magari di poterci andare.
E chi ha partecipato, nel 2005, all’ultima Giornata Mondiale dei Giovani a Colonia, avrà ripescato nella memoria i bellissimi momenti trascorsi in terra tedesca. Come non ricordare quell’immensa massa di giovani che aveva riempito la piana di Marienfield e mandato in tilt anche l’impeccabile organizzazione teutonica e ai bellissimi incontri fatti in quei giorni.
Poi il vescovo Francesco ha tenuto la sua catechesi introducendola con un passo del volume di Papa Benedetto XVI “Gesù di Nazareth”: “Cosa è venuto a portarci Gesù se non ha portato pace e benessere? La risposta è “Dio”. Guardando il crocifisso dobbiamo dire:” Quanto ci hai amato! Hai sacrificato tuo figlio”. Colui che si è offerto come vittima sulla croce è diventato vincitore per farci vincere tutti. Nella meditazione il crocifisso non è sofferenza o abitudine, ma è amore profondo”.
E la meditazione è stata uno dei momenti più intensi di tutta la serata, accompagnata da una bellissima e armoniosa danza del popolo d’Israele, ballata da un gruppo di ragazze che alternavano passi di danza a un dondolamento tipico delle persone che si pongono di fronte al muro del pianto.
Sono poi state presentate testimonianze di alcuni ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa quaresimale “La luce nella notte”.
Al termine della meditazione i giovani hanno ricevuto il dono che il vescovo Francesco aveva preparato per loro, due suoi libretti, uno sulla lettura della Bibbia e l’altro sulla figura di Gesù. Ognuno di voi è un dono prezioso per la nostra Chiesa. È un potenziale capolavoro che se si lascia coltivare può diventare un capitale anche per l’intera società. Dobbiamo fare sentire la nostra protesta: una crociata della non violenza. Bisogna schierarsi dalla parte delle vittime di questa violenza cancellando il virus dell’odio, del razzismo e dell’egoismo”
A conclusione della Veglia è stato proiettato un video sulla scuola di pace di Taybeh alla quale saranno devoluti i soldi raccolti durante la serata, quelli risparmiati con il digiuno di ogni singola persona. Infine don Francesco ha rivolto a tutti il suo augurio pasquale “Beati noi se ci lasceremo incantare dalla splendida icona del crocifisso. Ancora più beati se ci lasciamo incantare dalla storia che il crocifisso di Giotto racconta. Beati noi perdonati…per – donare”. Il Vescovo trova anche il tempo per lanciare una proposta. Sabato 12 aprile presso il campo di Don Pippo si terrà un fest-incontro rivolto a tutti i preadolescenti tra gli 11 e i 14 anni. “Questi giovani sono i più esposti agli atti di bullismo e teppismo. Dobbiamo aiutarli a salvarsi visto che spesso sono abbandonati a loro stessi”.
Matteo Petrucci