Al di là di ogni più rosea previsione. Concluso il laborioso conteggio delle entrate e delle uscite, il Campo Lavoro 2008, svoltosi il 5 e 6 aprile scorsi, si chiude con un utile record di oltre 123 mila euro. Per l’esattezza 123.620: la cifra più alta mai fatta registrare dall’iniziativa pro-missioni nei sui 28 anni di vita. Anche se un buon risultato era nell’aria, nessuno si aspettava un primato di queste proporzioni, che supera del 50% l’utile dell’anno scorso e che consentirà di confermare tutte le destinazioni già previste nonché di sostenere altri progetti umanitari avviati dai nostri missionari nelle zone più povere del pianeta.
Tra i nuovi progetti finanziati, quello della missione di Padre Gianni Gattei, a cui sono stati destinati 22.000 euro per l’acquisto di serbatoi per la raccolta di acqua potabile nella parrocchia di Wassisi, in Papua Nuova Guinea. Buone notizie anche per le destinazioni già previste che hanno visto aumentare i contributi loro destinati: 25.000 euro alla missione della suore di Sant’Onofrio ad Apucarana in Brasile, 20.000 euro alla missione diocesana di don Giovanni Vaccarini in Albania, altri 20.000 euro a Marilena Pesaresi missionaria in Zimbabwe, 18.000 euro alla casa famiglia dell’Associazione Papa Giovanni a João Pessoa in Brasile.
Facile immaginare, con queste cifre, la soddisfazione delle centinaia di volontari, di ogni estrazione e provenienza, che ogni anno regalano due giorni del proprio tempo per rendere possibile questo piccolo-grande miracolo: trasformare ciò che di solito buttiamo nella spazzatura in aiuti umanitari per chi ha bisogno di tutto. Un grazie va a tutti loro ma anche ai tanti soggetti pubblici e privati che hanno sostenuto l’iniziativa: i Comuni di Rimini, Riccione e Bellaria, Hera, la Protezione Civile e l’infinità di aziende che hanno collaborato in vario modo.
L’appuntamento con la 29° edizione del Campo Lavoro missionario è per il 28 e 29 marzo 2009.
La composizione
dell’utile
Partiamo dalla ripartizione territoriale (com’è noto il Campo Lavoro missionario coinvolge l’intera Diocesi, con tre centri di raccolta a Rimini, Riccione, Bellaria). Quasi la metà dell’utile complessivo è venuto dal centro raccolta di Rimini che ha totalizzato 66.667 euro mentre i centri di Bellaria e Riccione hanno contribuito rispettivamente per 36.241 e 20.712 euro. Tra le principali voci di entrata, va registrato il grande successo riscosso dai mercatini dell’usato, affollati come non mai, grazie anche al tempo splendido. Per due giorni consecutivi sono state vendute valanghe di libri, giocattoli, biciclette, elettrodomestici, oggetti per la casa, per un incasso finale di oltre 34.000 euro (anche in questo caso, una volta e mezzo la cifra dell’anno scorso). A questo importo vanno poi aggiunti i 13.000 euro netti che ha fruttato la grande lotteria collegata al Campo (28.454 biglietti venduti quest’anno: 3.000 in più di un anno fa), poi altri 7.000 euro ricavati dalla vendita di fiori e 9.000 euro derivanti dalle iniziative collaterali. E senza dimenticare le offerte e i contributi vari tra cui quello di Hera che ha accreditato al Campo la ragguardevole cifra di 11.000 euro a corrispettivo del lavoro di raccolta effettuato dai volontari che, in due giorni, hanno tolto di mezzo qualcosa come 520 tonnellate di rifiuti (senza tirarsi indietro se c’era da ritirare una lavatrice fuori uso al terzo piano di un condominio senza ascensore…)
Ma la posta più cospicua di entrata resta quella derivante dalla vendita dei rottami e dei vari materiali di scarto: in totale, oltre 60 mila euro incassati dai tre centri cedendo a ditte di recupero le montagne di metalli, indumenti, vetro, carta raccolte casa per casa. Alla chiusura del Campo, sono state complessivamente ammassate, nei tre centri, 283 tonnellate di metalli vari, 115 tonnellate di indumenti usati, 65 tonnellate di carta, 35 tonnellate di vetro. Il tutto pazientemente separato e selezionato dai volontari. Perché sul mercato del recupero, il rame ha un valore ben superiore a quello del ferro, il vetro in lastre vale di più del vetro in bottiglia e gli indumenti usati vengono pagati meglio se ancora in buono stato.
Pagina a cura di Alberto Coloccioni