Caldaie ecco come cambieranno i controlli dalla prossima stagione. Già, perché il prossimo 4 marzo, il Consiglio regionale recepirà un atto d’indirizzo della Giunta bolognese che andrà a modificare il regolamento in vigore attualmente. Successivamente, tutti gli atti saranno mandati ai vari Comuni chiedendo loro di seguire le linee guida. Cosa che farà anche Rimini, ma visti i tempi, solo dalla prossima stagione.
Le novità
Ma quali saranno le novità più importanti? A spiegarcele, l’ingegner Davide Frisoni, responsabile dell’ufficio energia ed impianti dell’assessorato all’Ambiente di Palazzo Garampi.
“Le novità sono soprattutto due. La prima riguarda la manutenzione ordinaria. Fino ad oggi era obbligatoria ogni anno, dalla prossima stagione non sarà più così. Nel senso che cadrà l’obbligatorietà ma da parte nostra inviteremo i nostri cittadini a fare controllare le loro caldaie prima di accenderle. Per fare un esempio pratico. Le caldaie definite a camera aperta, quelle catalogate come di tipo B, ossia quelle con la fiammella sarebbe meglio farle controllare ogni anno mentre quelle stagne, classificate come tipo C, quelle elettriche tanto per intenderci, invece, è consigliabile controllarle ogni due anni. Salvo, naturalmente, se sul libretto di istruzioni c’è l’invito a verificarne lo stato annualmente. Questo per quanto riguarda la manutenzione, perciò che invece concerne il controllo della combustione o dei fumi scome dir si voglia, i controlli di verifica restano obbligatori. Le caldaie che avranno meno di otto anni dovranno essere controllate ogni quattro anni, quelle, invece, con più di otto anni, ogni due”.
Insomma, i cambiamenti, da settembre 2008, saranno diversi. Ora, come diceva qualcuno, la domanda sorge spontanea: quante caldaie sono presenti sul territorio riminese?
“Attualmente – continua Frisoni – il catasto degli impianti termici del nostro Comune conta oltre 60mila impianti e di questi più di 2.500 sono stati ispezionati in loco dai tecnici incaricati”.
Già, i tecnici. Qui si apre una partita non indifferente. Chi si occuperà dei controlli per la manutenzione? E con quali costi? Pronta la risposta del responsabile dell’ufficio energia ed impianti.
“Come nel caso della campagna Calore Pulito del 2004-2005, anche per settembre faremo un opuscolo con tutte le informazioni possibili e immaginabili in modo tale da rispondere a tutte le domande dei cittadini. Lo scriveremo in maniera molto semplice per far capire a tutti cosa accadrà e cosa cambierà rispetto al precedente regolamento. E come per Calore Pulito, anche in questo caso, cercheremo di raggiungere un protocollo d’intesa con le Associazioni di Categoria e dei Consumatori, dove si definiscono gli obblighi dei soggetti, la tutela dei cittadini meno abbienti, le prestazioni dei manutentori aderenti ed i prezzi massimi dei servizi offerti”.
Un protocollo che dovrebbe, quindi, definire prestazioni e prezzi massimi per la manutenzione degli impianti; che dovrebbe assicurare ai cittadini che, nel caso il loro impianto risulti pericoloso, la ditta provvederà entro 24 ore a darne comunicazione al Comune per verificare il problema; che garantisca uno sconto del 20% sulle
manutenzioni degli impianti dei cittadini meno abbienti; che istituisca, come per la campagna Calore Pulito, una Commissione di Conciliazione
con l’obiettivo di risolvere le eventuali controversie tra cittadini ed imprese artigiane firmatarie, in ordine
alla corretta applicazione del Protocollo stesso e ne definisce il regolamento e che metta a disposizione dei cittadini la lista degli artigiani che hanno aderito al Protocollo stesso. Per fare un esempio pratico, tre anni fa chi stipulò un contratto annuale di manutenzione per caldaie di tipo A, B o C fino a 35 kW, spese 85 euro più iva. Naturalmente questo dava dei benefit in caso di chiamate urgenti: diciamo che chi aveva un abbonamento, spendeva di meno rispetto a un normale cliente.
“La speranza – continua Frisoni- che anche in questo caso si possa raggiungere un’intesa, magari anche con prezzi più bassi rispetto a quelli di un tempo visto il periodo difficile che stiamo attraversando. Comunque, tornando ai nostri controlli, una volta effettuati quelli dei fumi, l’artigiano applicherà nel libretto della caldaia non più il famoso allegato H ma l’allegato G. L’altra metà la manderà in Comune in modo tale che noi sapremo la situazione reale di ogni impianto all’interno dei confini comunali”.
Patrizio Placuzzi