Uno tsunami di proporzioni bibliche si è abbattuto sul Santarcangelo calcio. Martedì scorso, alle prime luci dell’alba, sono stati arrestati quattro suoi giocatori: Francis Obeng, Mhoamed Traore, Giacomo Ridolfi e Marco Guidone (nella foto). Le manette sono scattate anche per il magazziniere, Daniele Ciardi, ritenuto dagli inquirenti il cassiere dello spogliatoio. Sono accusati di “associazione a delinquere, finalizzata alla frode sportiva, aggravata dall’associazione mafiosa”. L’inchiesta, denominata Dirty Soccer, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e ha portato a una cinquantina di fermi, tra calciatori, dirigenti e presidenti di club. Tra gli arrestati, oltre ai giocatori gialloblù, anche l’ex Direttore Generale del Bellaria, Mauro Ulizio, e il figlio Andrea, in forza al San Marino. Nel riminese risultano coinvolti anche imprenditori finanziatori di combine e una donna di origine straniera. Visto il capo d’imputazione, gli arrestati, rischiano fino a nove anni di detenzione. Nel mirino degli inquirenti sono finite quattro partite giocate, e perse, dal Santarcangelo: quella di coppa Italia con il Prato (3-0), e quelle di campionato con L’Aquila (0-1), Grosseto (1-0), sempre L’Aquila (2-1) e Ascoli (2-0). Dopo l’intervento della giustizia ordinaria, adesso ci si aspetta anche quello della giustizia sportiva. Il Procuratore federale, Palazzi, si è già mosso chiedendo agli inquirenti tutti gli atti. Logico che la posizione del Santarcangelo sia assolutamente in bilico. La società rischia la retrocessione per responsabilità oggettiva o, bene che le vada, una forte penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Società che ha emesso un comunicato dopo essersi consultata con i propri legali.
“Apprendiamo con stupore e rabbia dagli organi di stampa che alcuni nostri tesserati sono coinvolti in questa inchiesta relativa al calcioscommesse. La società non solo si dichiara estranea ai fatti, ma anche parte lesa, alla luce delle quattro partite del Santarcangelo finite sotto inchiesta tutte e quattro perse dalla nostra squadra. La società pertanto, che da quasi un secolo di storia si è sempre contraddistinta per trasparenza e sportività, si è già attivata tramite i propri legali al fine di tutelare la propria immagine e di procedere nei confronti di tutti i suoi tesserati che possono aver arrecato danno ai suoi colori e ai valori dello sport. In attesa che il tutto venga chiarito nelle sedi opportune, il Santarcangelo si dichiara sereno e fiducioso sul corso della giustizia. Qualora trovassero conferma i capi di accusa rivolti ai suddetti tesserati, questo avvalorerebbe ulteriormente la nostra salvezza”.
E stupita è apparsa anche il sindaco della città clementina, Alice Parma. Stupita e amareggiata per “il coinvolgimento di alcuni calciatori e del magazziniere del Santarcangelo calcio nell’inchiesta Dirty Soccer sul calcioscommesse, coordinata dalla Procura di Catanzaro.
A questo punto attendiamo che la magistratura faccia piena luce su questo episodio, che contrasta nettamente con i meriti e i successi che contraddistinguono le società sportive santarcangiolesi”.
Senza parole anche l’ex allenatore gialloblù Fabio Fraschetti, esonerato dopo una serie di sconfitte e pareggi incredibili. “Adesso capisco perché costruivamo tanto e non facevamo mai gol. Mi sento umiliato come uomo e soprattutto come sportivo e sono pronto a pormi come parte lesa”.
Francesco Barone