Calcio e disabilità. Un binomio per qualcuno impossibile. Invece no. E l’Asca Castelvecchio di Savignano lo sta dimostrando già da qualche anno, da quando la società ha deciso di far giocare uno di fianco all’altro bimbi normodotati e bimbi disabili.
“Il nostro concetto d’integrazione è quello di trattare i ragazzi, bimbi e bimbe, normodotati o meno, allo stesso modo – sottolinea Carlo Teodorani, presidente della società savignanese – all’inizio, devo dire la verità, qualche timore l’ho avuto perché non mi era mai capito di avere a che fare con ragazzi disabili. Ma quando ci sono entrato in contatto ho capito che avevamo scelto una strada difficile da percorrere, ma meravigliosa”.
Una scelta quella dell’Asca che è scaturita in un progetto, Calciando la Disabilità, presentato nell’aula magna dell’istituto «Marie Curie» di Savignano. Una serata alla quale hanno preso parte l’ex allenatore del Cesena, Fabrizio Castori; l’avvocato Luca Perdomi, vice di Renzo Ulivieri dell’Assoallenatori; Marco Brambini, regista del film «Fuori dal gioco»; Roberto Polverelli, tecnico della Nazionale U18; Walter Nicoletti, docente del settore tecnico di Coverciano; Elvio Selighini, allenatore delle giovanili del Rimini e Marcello Mancini, consigliere nazionale Aiac.
“Il lavoro che sta facendo l’Asca Castelvecchio – ha commentato un po’ tutti gli addetti ai lavori che sono intervenuti – è grandissimo e serve per togliere i pregiudizi che abbiamo verso questi ragazzi”.
Pregiudizi che chi era presente domenica scorsa allo stadio comunale «Giuseppe Capanni», si è potuto togliere vedendo in azione squadre di professionisti e dilettanti, tutte formate da giocatori diversamente abili. Una grande festa, con tanto di musica e stand gastronomici con un invitato d’onore. Anzi, più invitati: i giocatori del Borgo Solestà, realtà di Ascoli, che ha insegnato e ispirato il calcio Integrato e “a cui tutta la società Asca sarà grata per sempre”ha detto il presidente sul finire della serata.
Ermanno Pasolini