Poi giuro che faccio basta per un po’, perché ormai parlare degli indignati del web è una partita persa. Ripartiamo da dove eravamo rimasti: quattro persone vengono arrestate per i gravi fatti di Miramare, e siccome ci sono vittime polacche e il muro di Berlino e la cortina di ferro non ci sono più da un pezzo, il viceministro alla giustizia polacco dice subito che chiederanno l’estradizione per processarli nel loro paese. “Dateli alla Polonia, che ci pensano loro”, echeggia perentorio il noto leader italiano. E parte pure a supporto una raccolta di firme online per chiedere l’estradizione. Dopo qualche giorno il ministro alla giustizia polacco, un eccentrico che prima di parlare addirittura si informa, smentisce il suo vice: consulenze legali hanno accertato che un processo in Polonia sarebbe un vantaggio per i colpevoli, in quanto lassù responsabilità e pene sarebbero minori rispetto al sistema italiano. Ci si aspetterebbe un “Ok, come non detto” ma il web non torna indietro, e gli appelli “Forza mancano poche firme per raggiungere l’obiettivo”continuano a girare a ritmo serrato. Anche se l’obiettivo è diventato destinare i colpevoli a pene minori, ma questo non importa al web: “Tanto in Italia sarebbero fuori subito”. E poi arriva a stretto giro un altro episodio simile a Firenze: sveglia, tuona deciso il web, è una messinscena messa in piedi dal Governo per distogliere l’attenzione dai fatti di Rimini. Dal muro di Berlino ai muri di gomma il passo è breve.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini