Lo scorso fine settimana al Palacongressi di Rimini si è svolto un evento sul benessere che aveva come slogan “Fermati, vivi”, un invito riportato anche sulle diverse panchine disseminate tra gli stand per fermarsi e provare che effetto fa dedicarsi davvero un po’ di tempo. Un invito quasi rivoluzionario tra gli affanni dei nostri stili di vita frenetici e onniconnessi. Lunedì scorso inoltre si è celebrata l’undicesima giornata della lentezza: iniziativa che invita tutti, per un giorno, a fermarsi e a rallentare il ritmo. Suggestioni senz’altro condivisibili, solo che mi è venuta in mente anche una notizia di un paio di anni fa. I ricercatori dell’Università di Groningen chiesero a duemila persone qual era la canzone che le faceva sentire meglio, e al primo posto ci finì “Don’t stop me now” (Non fermarmi ora) dei Queen. Un brano dal ritmo incalzante e con un testo che è un’esaltazione del divertimento sfrenato. “Viaggio alla velocità della luce farò di te un uomo supersonico”, recita il testo tra decine di “non fermarmi”. E allora cosa dobbiamo fare per stare bene? Fermarci o non fermarci? Aiutatemi a capire, perché questo dilemma sul benessere comincia a darmi un po’ di malessere.
Risposta rapida.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini