Pensando a Bryan Adams, qual è la prima immagine che viene in mente? Nel mio caso è un’immagine a tinte viola, Bryan che cammina con una chitarra e alle sue spalle un elefante. La copertina di On A Day Like Today, 1998. Immediatamente dopo penso alla copertina dell’album di Mtv Unplugged del 1997, Bryan seduto su una sedia, che suona la chitarra. Insomma, sempre Bryan e una chitarra. Perchè Bryan la chitarra non la suona, è parte di lui. Le vuole bene. Così come vuole bene al proprio pubblico e qui all’RDS Stadium di Rimini l’ha dimostrato con due ore di musica nonstop, fermandosi solo un attimo per ricordare le sue prime due volte in italia. La prima, nel 1983 quando invitato in una trasmissione in Sardegna alle 11:00, ha poi effettivamente registrato la trasmissione alle 23:00 senza la possibilità di cenare, dovendo poi correre per prendere l’ultimo aereo disponibile. E lui che si aspettava di mangiare tanti spaghetti! Dieci anni dopo è tornato per la seconda volta, contattato da Luciano Pavarotti che gli ha chiesto di cantare con lui ‘O Sole Mio. E dedicandola proprio a Luciano, l’ha cantata anche al pubblico riminese in maniera impeccabile. Una voce profonda e chiara resa ancora più limpida dal suo sorriso, che canzone dopo canzone non ha mai abbandonato. Due ore cariche di emozioni (e qualche lacrima dal pubblico), di dolcezza e gioia, perché Bryan e la sua band hanno creato un’atmosfera unica e coesa, dettata dalla presenza di due dei membri storici della Bryan Adams Band, presenti dal 1981: Keith Scott, grande chitarra e grande carisma e alla batteria Mickey Curry. Un tesoro nel mondo musicale. E di tesori ne sanno qualcosa i canadesi che nel 2006 l’hanno inserito nella Canadian Music Hall of Fame.
Grazie Bryan Adams.
A presto (si spera)
Sara Alice Ceccarelli
Fotografie di Luca Ortolani