Home Attualita BorgoMondo, arriva la festa di Sant’Andrea a Rimini

BorgoMondo, arriva la festa di Sant’Andrea a Rimini


E’ la festa di un Borgo del centro storico che guarda al mondo. Lo si evince già dal titolo “BorgoMondo” della XI Festa del Borgo Sant’Andrea, in programma da venerdì 13 a domenica 15 ottobre nel cuore di Rimini.
Nata per volontà dello storico parroco don Alvaro Della Bartola e all’associazione Quei de Borg che aveva suscitato, con i suoi 120-130 volontari parrocchiani, dopo lo stop forzato a causa del Covid, la festa dal 2022 è stata ripresa in mano dalle Acli provinciali dopo la chiusura di Quei de Borg. Ed è stato subito un successo, forze anche insperato nei numeri, tanto che nel 2023 le Acli tornano più battagliere che mai a proporre la festa. “L’intento è quello di recuperare i rapporti, le buone pratiche che questa manifestazione aveva messo in campo, e che poi si erano perse. – spiega la filosofia della festa il presidente delle Acli provinciali Marco Tamaganini, già al timone anche di Quei de Borg – E’ questo lo spirito che ci anima nell’affrontare questa impresa, perché di impresa si tratta oggi più che mai con le difficoltà logistiche, economiche, amministrative e di volontariato che viviamo”.
Mercatino (60 espositori), gastronomia (3 truck food tra gli altri), spettacoli gratuiti, musica (tre palchi), incontri, divertimento per bambini sono alcuni degli ingredienti dell’edizione 2023 della festa. “Tra le innumerevoli proposte, ne metto in luce tre. – prosegue Tamagnini (nella foto: da sx Gianfreda, don Aldo Amati, Tamagnini, l’addetta stampa Manuela Angelini e Sabrina Zanetti) – La presentazione del libro sul Rifugio di Villa Cecchi-Bruttapela e della sua drammatica vicenda con un’installazione laddove è avvenuta la tragedia; la cena di fraternità che realizziamo in collaborazione con la parrocchia di San Gaudenzo e la Caritas diocesana per stare a tavola assieme a 50 persone altrimenti in difficoltà; e l’elezione del sindaco del borgo, una carica che vogliamo recuperare dopo la scomparsa della storica sindaca Isotta Frisoni: vogliamo recuperare una figura che faccia da collante per il borgo come lo è stata per anni l’Isotta”.
Del rifugio di Villa Cecchi-Bruttapela è la prima volta che si parla: oltre alla presentazione del volume (edito da ilPonte, nella sala della parrocchia San Gaudenzo, venerdì 13 ottobre ore 17) e con l’autore Giorgio Biagini e Daniele Susini, si potrà visitare la cantina-rifugio dove è stata realizzata una suggestiva installazione in via Montefeltro, proprio nel luogo in cui durante il secondo conflitto bellico persero la vita ben 30 riminesi.
Le attività culturali vedono in primo piano anche la parrocchia di San Gaudenzo con una mostra dedicata alle opere d’arte della Chiesa. “La cisa nova – spiega don Aldo Amati, il parroco – La prima ricostruita dopo i disastri napoleonici e distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale successivamente poi ricostruita”. Tra le opere d’arte si segnalano “Il San Gaudenzo realizzato da Boldrini, due grandi quadri e il capolavoro scultoreo del Novecento firmato da Elio Morri, oltre al più recente ‘Cristo che chiama’ di Davide Frisoni”. Sarà il prof. Piergirogio Pasini ad illustrare le opere d’arte nell’incontro di venerdì alle ore 18.30.
“La festa regala offerte diverse per pubblici ed età differenti. – assicura la direttrice artistica Sabrina Zanetti – C’è la novità del terzo palco e dei dj che animano le giornate. ma c’è anche la prima volta del liscio con il gruppo di Roberta Cappelletti. Per i più giovani la presenza di Cricca (da Amici) e di tante band del territorio, oltre all’animazione itinerante e alla suggestiva proiezione sui muri a cura di rimini Sparita”.
“Dobbiamo essere orgogliosi di questa festa. – è l’elogio senza giri di parole dell’assessore al Sociale del Comune di Rimini Kristian Gianfreda – La scelta della cena di fraternità già in apertura dice dell’attenzione a tutte le persone, un’iniziativa che testimonia lo spirito di comunità contrapposto a quello spirito del conflitto che oggi soffia forte in tante parti del mondo”. (t.c.)