Fine e inizio di un nuovo anno. Tradotto: è tempo di bilanci. Di vita, certo, ma molto più pragmaticamente è tempo di bilanci in senso stretto, istituzionale. Con la fine del 2018 arrivano i lavori per la definizione dei Bilanci di previsione per tutti i Comuni della provincia di Rimini. Come stanno procedendo?
A esaminare la situazione generale del nostro territorio è la sezione provinciale riminese della CGIL, che assieme al Sindacato dei Pensionati Italiani (SPI) ha recentemente diffuso una nota in cui si delinea lo stato dell’arte dei confronti, in corso o conclusi, tra i Comuni del territorio e i sindacati, finalizzati alla stipula di accordi legati proprio ai Bilanci di previsione. Una sorta di “bilancio di bilanci” in cui però, dal punto di vista dei sindacati, sono pochi i Comuni “promossi” e diversi i “bocciati”.
Premessa: la manovra del Governo
La nota, firmata dai Segretari generali di CGIL e SPI CGIL Rimini, Primo Gatta e Meris Soldati, si apre con alcune considerazioni preliminari legate, necessariamente, alla manovra economica di Palazzo Chigi. Nello specifico, l’attenzione è puntata sui tagli alle risorse, senza risparmiare critiche.“La manovra economica del Governo, nel capitolo sui tagli alla spesa pubblica, – si legge nel documento – rispetto allo scorso anno contiene la sottrazione di 1 miliardo di euro di trasferimenti ai Comuni. Inoltre, non prevede la proroga del blocco sull’aumento della tassazione locale e in particolare sull’addizionale Irpef. Cambiano i Governi ma l’andamento su questo fronte resta identico: si taglia a Roma e si scarica sulle Amministrazioni periferiche, e di conseguenza sui cittadini, il peso della tassazione per poter coprire il fabbisogno locale di servizi e spesa sociale. Questo è il primo principio di realtà con il quale occorre fare i conti ai tavoli di confronto con i Comuni sui Bilanci di previsione”.
Pericolo di disintermediazione
La relazione di CGIL non è esente da critiche, e una delle più profonde è legata a un discorso di metodo, per quanto riguarda le relazioni, fondamentali, che intercorrono tra enti locali e rappresentanza sindacale.“L’altro problema – prosegue la nota – è che si è fatta strada in diversi ambienti politici e amministrativi una sorta di insofferenza verso il sindacato e l’idea che il dialogo sociale sia un esercizio di democrazia partecipativa di cui si può fare a meno. Il punto di approdo di questa idea diventa la disintermediazione, il superamento della rappresentanza, il rapporto diretto tra chi ‘comanda’ e il popolo. Una strada molto pericolosa che magari non viene espressa esplicitamente, ma che viene perseguita nei fatti”.
Come, nello specifico? “Per esempio invitando le Organizzazioni sindacali a discutere del Bilancio a poche ore dal voto nei vari Consigli Comunali, oppure non considerando per nulla la richiesta di incontro come hanno fatto, ad esempio, Misano, Novafeltria, Verucchio”.
L’analisi dei Comuni. Gli esiti positivi
Dopo le dovute premesse, il comunicato pubblicato dalla CGIL entra nel merito della questione, analizzando i confronti realizzati con le varie amministrazioni locali della provincia. In particolare, la relazione si concentra su due temi specifici, considerati prioritari: tassazione locale e spese nel sociale.
“Quanto affermato fin qui sulla situazione generale fa ben capire che i presupposti per poter firmare degli accordi siano davvero pochi. Condizioni per raggiungere un accordo si stanno definendo a Santarcangelo e forse sarà l’unico a essere sottoscritto, almeno per la CGIL.
In questo Comune, dove si praticano buone relazioni sindacali, è stata aumentata la soglia dell’esenzione per l’addizionale Irpef da 13.000 a 15.000 euro e, per lo scaglione 15.000-28.000 euro, è stata applicata una riduzione del tributo come da noi richiesto. Abbiamo incontrato disponibilità a discutere delle strutture che ospitano gli anziani e condivisione sulla necessità di aprire un tavolo provinciale sullo sviluppo”.
Per l’altro Comune considerato virtuoso occorre spostarsi verso sud.
“A Morciano, dove le relazioni sindacali procedono correttamente, non si chiuderà proprio con un accordo, ma è prevedibile la sottoscrizione di un verbale di incontro. Nel merito del Bilancio abbiamo espresso sostanzialmente un giudizio positivo, pur ribadendo la necessità di eliminare o ridurre l’addizionale Irpef”.
La lista dei “bocciati”
Come anticipato, la nota in esame non va al risparmio per quanto riguarda le critiche. Sensibilmente più lungo, infatti, l’elenco degli enti locali con i quali il sindacato porta avanti confronti considerati negativi, rispetto a quello dei “promossi”.
“Neppure nel 2019 il Comune di Bellaria introdurrà la tassa di soggiorno, mentre manterrà l’addizionale Irpef. Anche per questo il nostro giudizio rimane negativo. A San Giovanni in Marignano hanno dichiarato di essere costretti a rimodulare l’aliquota Irpef introducendo degli scaglioni (fino ad oggi avevano utilizzato una sorta di flat tax), ma riducendo l’esenzione da 13.000 a 7.000 euro. Di fronte alla nostra contrarietà sembra che porteranno il limite almeno a 10.000 euro, ciò non toglie che il nostro giudizio permane negativo, perché l’aumento del gettito dell’addizionale graverà ancora una volta su lavoratori dipendenti e pensionati, che già contribuiscono per l’84%”.
Rimanendo in zona, non cambia la situazione.
“Con l’Amministrazione comunale di Cattolica abbiamo avuto un incontro, ma non è stato possibile fare una discussione di merito perché non ci sono stati forniti elementi conoscitivi sufficienti. Attendevamo di essere riconvocati ma ciò non è ancora avvenuto. Da aggiungere che l’accordo stretto con la precedente Amministrazione, per l’eliminazione dell’addizionale Irpef dal gennaio 2017, continuerà a non essere rispettato dall’attuale Amministrazione”.
La situazione di Rimini
Giudizio sostanzialmente negativo, per motivi parzialmente differenti, anche per il Comune di Rimini, considerato nella nota assieme all’Amministrazione riccionese.
“A Riccione e Rimini entrambe le Amministrazioni comunali non hanno mantenuto corrette relazioni sindacali in merito ai Bilanci, rendendosi disponibili a incontrarci a ridosso dei Consigli Comunali senza la possibilità di modifiche da parte sindacale. In particolare, per quanto riguarda Riccione, ci preoccupa la scelta isolazionista del Comune, una sorta di sovranismo di periferia che ha già prodotto, per esempio, l’uscita dall’Acer e dall’Università”.
Gatta e Soldati chiudono il documento con una riflessione, che vuole essere un incentivo a cambiare metodo, per arrivare a migliori relazioni sindacali. “Sul terreno della contrattazione sociale a nostro avviso si può e si deve fare di più. È indispensabile un salto di qualità fondato su un confronto permanente e non solo al termine del percorso sul Bilancio di previsione e sulla sua parte corrente, ma fin dall’elaborazione delle linee di programmazione della manovra; non solo sulla tariffazione locale, ma anche sugli investimenti, sugli appalti pubblici, sulla mobilità, l’ambiente, l’urbanistica e tutto ciò che è nell’interesse dei cittadini. Questo a prescindere dal colore politico delle Amministrazioni locali verso cui la CGIL rivendica la sua totale autonomia”.