La musica può aiutare a rinforzare la memoria, salire su una bicicletta a pedalare con una sicurezza sempre maggiore, sulla strada dell’autonomia, adottare una papera o piantare un fiore, a comprendere meglio l’importanza della cura di sé e dell’altro. Passa anche da queste attività un progetto educativo “senza barriere” come quello messo in atto al Centro Giovani “Kas8” di Bellaria Igea Marina con otto ragazzi diversamente abili. Grazie al progetto “Un’estate speciale” (un centro estivo riservato solo a loro, dai primi di luglio a fine agosto) questi ragazzi dagli 11 ai 18 anni, hanno potuto scoprire e potenziare le loro capacità con l’aiuto di Mimmo Evangelista e Clelia Stramaglia, rispettivamente responsabile e coordinatrice del progetto e degli altri educatori della cooperativa Radon di Santarcangelo.
Molte le attività svolte con questi ragazzi “speciali”: oltre alla bicicletta (alcuni hanno imparato ad andare in tandem), letture animate e laboratori di musica, lavoretti agricoli come la raccolta di pesche, un primo approccio all’educazione stradale per memorizzare i percorsi più utili alla vita quotidiana, la preparazione giorno dopo giorno della tavola per il pranzo, giochi di espressione teatrale, attività con monete immediatamente seguite da uscite con gli educatori per testare, sul campo, quanto appreso nella gestione del denaro.
Dopo due mesi di percorso, qual è il bilancio?
“Dal 2010 – racconta Mimmo – si pensava di elaborare un progetto estivo rivolto nello specifico ad adolescenti con disabilità, che nelle estati precedenti erano inseriti all’interno del centro estivo unico organizzato dall’associazione dilettantistica sportiva Kiklos, di cui sono responsabile. Negli anni ci siamo accorti di come la loro particolare condizione necessiti di uno spazio specifico ad essi interamente dedicato. Gli stessi genitori già da tempo chiedevano che fosse offerta una risposta più adeguata rispetto a quella già data in passato. Così prima dell’inizio dell’estate l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bellaria, Filippo Giorgetti, mi ha contattato proponendomi di avviare il progetto”.
Quale obiettivo vi siete dati all’inizio di questa nuova esperienza?
“Quello di portare i ragazzi ad una maggiore conoscenza di se stessi, attraverso un paziente lavoro di ascolto e potenziamento delle loro capacità. Il rischio che oggi corrono le realtà impegnate in questo ambito è quello di offrire un’assistenza ’passiva’, che accolga il disabile senza però portarlo a sviluppare la personalità e le doti che gli permettano una reale integrazione all’interno della società. Noi abbiamo invece scelto di ’rischiare’, di portare i ragazzi a misurarsi in maniera diretta con le esperienze della quotidianità. A questo hanno mirato le attività. I laboratori e le uscite sono state scelte con finalità sia educative che ricreative. Tra le più belle ed emozionanti ricordiamo l’uscita in barca a vela e quella presso la caserma dei vigili del fuoco di Cesenatico, i laboratori teatrali e gli esercizi di educazione stradale”.
Un’esperienza per certi aspetti rivoluzionaria. Vi ritenete soddisfatti al termine di questo primo centro estivo?
“La meta è stata pienamente raggiunta – aggiunge Clelia -. Il livello di autonomia dei ragazzi è cresciuto notevolmente, così come la loro autostima. Ci ha colpiti la forza e la coesione del gruppo, la sensibilità nel comprendere il disagio dell’altro. Ad ogni momento ludico è corrisposta un’occasione di apprendimento. I ragazzi hanno scoperto una motivazione e un piacere nuovo nello svolgere le azioni quotidiane, dalla cura di sé, alle attività didattiche, al gioco. Anche le semplici conversazioni sono diventate un momento importante per imparare a sviluppare in maniera coerente un discorso, legando le parole ad un contesto.
Il nostro compito è stato quello di porci in ascolto e di scoprire il potenziale nascosto dentro di loro”.
“I nostri ragazzi hanno compiuto progressi impensabili in questi due mesi di centro estivo. Gli educatori hanno saputo rispettare i loro tempi. Il sentirsi protagonisti di un’esperienza li ha portati a sviluppare le proprie doti”,affermano Giovanna Suarez e Marco Soldati, coordinatori del gruppo genitori. “Proficuo anche il legame di amicizia che si è instaurato tra loro e i giovani del Kas8. Ci batteremo affinché questa esperienza possa continuare anche durante i mesi invernali”.
Giacomo Vaccari