Home Cultura BIBLIOTECHE, QUESTE SCONOSCIUTE. E LE PERIFERIE SI SENTONO ABBANDONATE

BIBLIOTECHE, QUESTE SCONOSCIUTE. E LE PERIFERIE SI SENTONO ABBANDONATE

In zone densamente popolate mancano luoghi dedicati alla lettura, allo studio e alle attività culturali

Le periferie di Rimini soffrono una grave carenza di biblioteche adeguate e spazi culturali per i giovani, evidenziando un divario rispetto al Centro storico, che può contare su diverse strutture, come la Biblioteca Gambalunga. Zone densamente popolate come Miramare, Bellariva e Viserba mancano di molti luoghi dedicati alla lettura, allo studio e alle attività culturali, limitando l’accesso a risorse fondamentali e penalizzando soprattutto i giovani e le famiglie con minori risorse economiche. Le biblioteche periferiche esistenti, spesso orientate solo al prestito di libri e allo studio, non soddisfano i bisogni di socializzazione e sviluppo creativo. Di conseguenza, i giovani tendono a frequentare spazi non strutturati come bar o centri commerciali, privi di stimoli culturali.

“Di spazi dove socializzare e fare cultura, che non siano i soliti bar o le piazze, non ce ne sono molti. – esordisce Chiara, 24 anni, residente a Miramare – I bar sono comodi per incontrarsi, è vero, ma non sono posti dove puoi fare attività culturali o trovare stimoli intellettuali. Quello che manca davvero sono i centri giovanili o spazi pubblici dove poter fare sport, partecipare a laboratori creativi, organizzare eventi o semplicemente trascorrere il tempo in modo sano e costruttivo. Siamo sempre alla ricerca di luoghi dove imparare a confrontarci, ma non sempre li troviamo”. Manca soprattutto un punto di ritrovo per poter esprimere se stessi: “Artisti emergenti, musicisti, videomaker o ragazzi interessati a tecnologie innovative come la robotica o la programmazione – precisa Alessandro, 28 anni di Santarcangelo – vorrebbero avere a disposizione fablab (laboratori di sperimentazione tecnologiche condiviso, nrd), laboratori creativi e spazi di co-working dove potersi confrontare. Questi spazi non sarebbero solo occasioni di formazione, ma anche luoghi di aggregazione, dove fare esperienze pratiche e collettive. In mancanza di queste strutture, alcuni noi si rifugiano in gruppi informali o organizzano eventi ‘fai da in spazi non ufficiali, come case private o garage, ma questi luoghi non hanno le risorse e le opportunità necessarie per permetterci di crescere in modo strutturato.”

L’appello dei giovani alle Istituzioni: “Prestate più attenzione alle nostre esigenze”. E qualcuno lancia il “Bibliobus”

Le proposte

Molti giovani desidererebbero partecipare attivamente alle decisioni riguardanti la vita culturale della città. Ritengono che il Comune e le Istituzioni debbano prestare maggiore attenzione alle loro esigenze e proposte, progettando spazi di aggregazione che rispecchino realmente i bisogni delle nuove generazioni. “ Forum giovanili o consultazioni pubbliche, ad esempio – propone Rim, 27 anni di Miramare – dove possiamo esporre le nostre idee, per sentirci parte integrante del tessuto urbano”. Risulta dunque urgente un maggiore investimento in spazi culturali nelle periferie. Biblioteche di quartiere, anche di piccole dimensioni, utilizzando edifici già esistenti o aree dismesse, per fare qualche esempio. “ Durante uno stage a Torino, girando per la città, ho notato una cosa molto interessante. – continua a raccontare Rim – In alcuni parchi, o zone più periferiche del centro, erano attivi dei ‘bibliobus’, ovvero delle biblioteche itineranti che portano direttamente i libri nei quartieri o nei luoghi più difficilmente raggiungibili. E la risposta era stata positiva. Si potrebbe pensare anche a qualcosa del genere”. Rimini dovrebbe dunque puntare su un approccio più innovativo, che possa mettere veramente al centro il coinvolgimento diretto dei giovani. Solo così si potrà creare davvero una rete culturale viva e dinamica, capace di rigenerare le periferie e offrire nuove prospettive di crescita per la comunità.