“Una persona umile e autentica che i giovani hanno compreso e amato”: così mons. Nicolò Anselmi, dal 17 novembre 2022 vescovo di Rimini, ricorda al Sir il rapporto tra Benedetto XVI e i giovani. Dal 2007 al 2012, mons. Anselmi è stato il responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, lavorando tra le altre cose all’organizzazione della ‘spedizione dei giovani italiani’ alle Gmg di Sydney (2008) e di Madrid (2011). Mons. Anselmi parla di “un rapporto intenso e profondo” tra Benedetto XVI e i giovani. Non è un caso che nelle lunghe file di persone in attesa di entrare in questi giorni a san Pietro per rendere omaggio alla salma del Papa emerito, ci siano anche tantissimi giovani. “Le nuove generazioni – dichiara il vescovo di Rimini – cercano, oggi come allora, persone assolutamente integre e autentiche. Lo era san Giovanni Paolo II nel suo essere estroverso, capace di qualunque cosa, lo è stato Papa Benedetto XVI nella sua mitezza e profondità e lo è Papa Francesco nella sua tenacia nel dare messaggi forti. Tutti cristiani e uomini autentici”.
Legame centrato sulla Parola. “Il legame tra Benedetto XVI e i giovani è stato fondato sulla centralità della Parola di Dio spiegata con profondità spirituale e teologica, come ben testimoniano i Messaggi per le Gmg, sia diocesane che internazionali. Papa Ratzinger – sottolinea mons. Anselmi – ha sempre invitato i giovani alla sequela di Cristo, a ricercare la propria vocazione”. Un invito dal sapore di “sfida” che ricorda da vicino le parole di Giovanni Paolo II, “non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo” che lo stesso Benedetto XVI usò all’inizio del suo pontificato. Il legame tra Benedetto XVI e i giovani ha avuto i suoi momenti più intensi nelle Gmg internazionali, Colonia (2005), Sydney (2008) e Madrid (2011). È stato lo stesso Ratzinger a rivelarlo nel 2016, nel libro-intervista “Final Conversations” di Peter Seewald: “Le Giornate Mondiali della Gioventù fanno davvero parte dei ricordi più belli di tutto il mio pontificato. Colonia, Sydney e Madrid sono tre pietre miliari che non dimenticherò mai. Ero semplicemente felice di poter partecipare, di essere accettato e di poter aiutare gli altri”.
Le Gmg, pietre miliari. “Quella in Spagna – ricorda mons. Anselmi – fu l’ultima di Benedetto XVI come pontefice. Qui accadde un episodio che scatenò l’entusiasmo dei giovani, oltre un milione, accorsi all’aeroporto di Cuatro Vientos per partecipare alla Veglia del sabato, penultimo atto della Gmg, prima della Messa finale della domenica. Quella sera venne giù un temporale che costrinse il Pontefice a mettersi al coperto, ma senza interrompere la preghiera. Un’atmosfera di silenzio suggellato, una volta tornato fuori, dalle sue parole accolte con entusiasmo da parte dei giovani presenti: ‘La nostra forza è più grande della pioggia e con essa il Signore ci manda molte benedizioni. Siete tutti un esempio’. Ricordo la sua calma, la sua pace, il suo volto sorridente e fiducioso. Così facendo ricondusse quell’episodio alla presenza del Signore. Una presenza radicata e sempre presente nella sua vita. Un messaggio che i giovani seppero ben cogliere”.
La casula di Sydney. Oggi questo legame con i giovani è simbolicamente rappresentato dalla casula rossa della Gmg di Sydney, indossata da Benedetto XVI, durante la Messa finale a Randwick. La stessa casula che veste la salma del Papa emerito, con la quale il Pontefice è stato sepolto.
Daniele Rocchi (SIR)