“Basta cemento! Viva l’agricoltura”

    Sempre meno spazio per l’agricoltura. Dal 1982 ad oggi, nella provincia di Rimini, cinquanta chilometri quadrati di territorio sono scomparsi. Nei primi anni Ottanta, infatti, erano 32.297 gli ettari di Superficie Agricola Utilizzata (Sau), al 31 dicembre scorso, secondo una recente stima dell’assessorato provinciale, sarebbero 27-28mila.
    “Il motivo principale di sottrazione di terreno è l’urbanizzazione, si continua a costruire e asfaltare, a realizzare nuovi insediamenti residenziali, commerciali e industriali quasi sempre su terreni adatti e sottratti all’agricoltura, con pesanti conseguenze sulle produzioni agricole e delle aziende del settore” conferma Giorgio Ricci della Coldiretti della provincia di Rimini che aggiunge come da statistiche del 2007, nel Riminese, rispetto alla regione Emilia Romagna ci sia “il più alto rapporto percentuale di presenza di territorio modellato artificialmente, quindi urbano e industriale rispetto a quello agricolo”.
    Secondo Valter Bezzi della locale Confederazione italiana agricoltori “Il comparto agricolo ha pienamente condiviso il principio ispiratore del Piano di Coordinamento Provinciale PTCP, per cui si può consumare altro territorio purché ciò non penalizzi le aziende agricole che invece qualificano il territorio rurale”.
    Insomma, colpa del settore edile.
    “Siamo una provincia dove il motore immobiliare è particolarmente attivo” evidenzia Enrico Santini di Confagricoltura, che aggiunge come “il mattone tira e non ha colore politico”.
    Secondo Ricci “La diminuzione dell’attività agricola mette a rischio un settore che necessariamente deve ritornare a essere il punto nodale dell’economia, trattandosi di produzione primaria – aggiunge Ricci -. La contrazione dell’agricoltura aggrava il problema della sicurezza territoriale, le superfici trasformate in aree urbanizzate rendono il territorio più fragile e alzano il livello del rischio idraulico”.
    Un settore, quello agricolo, da tempo in profonda trasformazione. Secondo Valter Bezzi “gli ultimi venti anni hanno segnato una vera e propria rinascita dell’agricoltura riminese, ma siamo ancora in una fase adolescenziale, dobbiamo diventare adulti: un’agricoltura strutturata, di qualità, che renda armonioso quello che è rimasto del territorio rurale, valorizzando al massimo il territorio della Valmarecchia che andrà ad integrarsi nella provincia di Rimini”.
    Il responsabile della Coldiretti “È auspicabile una particolare attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche, attenzione a porre un freno al consumo del territorio, valorizzando le produzioni agricole locali e incentivando il legame con altri settori economici del territorio, come il commercio e il turismo, al fine di proporre ad un numero importante di consumatori, i turisti appunto, le produzioni locali, sottolineando il basso impatto ambientale attraverso il consumo di prodotti a chilometro zero di ottima qualità”.
    Gli fa eco Santini “È una battaglia che Confagricoltura ha iniziato per prima e da sola, presentando una denuncia-esposto alla Procura della Repubblica agli inizi del nuovo millennio, con foto e documentazione. Finché il terreno agricolo è in mano al proprietario storico difficilmente cambia destinazione. Poi, una volta venduto, tutto è possibile”.
    Ma perché l’agricoltura è importante per il territorio?
    “L’agricoltura è un’attività umana capace, oltre che a produrre reddito e valore aggiunto, di trasmettere sapere, cultura senza pregiudicare, anzi proteggendo, il territorio” conclude Bezzi.

    Domenico Chiericozzi