Un girone di ritorno da prima della classe (13 vittorie su 15), il pubblico ritornato ad affollare gli spalti del Flaminio, alcuni giovani del vivaio capaci di farsi largo in serie B (in particolare Perez e Chiera), e una città che si entusiasma di nuovo al basket. L’arrivo di alcuni sponsor e qualche ingresso in società sono altri piccoli, positivi segnali. Motivi di soddisfazione per Luciano Capicchioni, patron del Basket Rimini. 72 anni, “Lucky” è uno dei più importanti agenti di giocatori in Europa, ed è al timone di Rimini da anni.
L’ultima immagine dei Crabs 2015/6 è il Palasport sold out, il pubblico in piedi ad applaudire i Granchi. Peccato per un finale rocambolesco e fischiate delle giacchette grigie perlomeno dubbie.
“Gli arbitri sono fondamentali nel basket ma devono essere invisibili, non al centro del gioco. Le gare devono essere decise dai giocatori in campo”.
Il bilancio della squadra è positivo. Se avesse cambiato allenatore prima, forse si poteva accedere ai play off in una migliore posizione.
“Mladenov lo scorso anno entrò a campionato in corsa salvando la squadra e rivitalizzando alcuni giocatori (Crotta ad esempio, ndr). Mi dispiaceva sollevarlo dall’incarico senza offrirgli un’altra possibilità. Evidentemente non è riuscito a raddrizzare la squadra e il rapporto con i giocatori. La squadra valeva più di quello che stava producendo sul campo: era allestita non per vincere ma per arrivare nelle prime posizioni”.
È accaduto con Bernardi.
“Per fortuna Massimo era disponibile. Mi ha fatto una promessa: «ti ribalto la squadra come un calzino». Lo conosco da tanto tempo, è cambiato molto negli anni: è un ottimo tecnico e un gran motivatore”.
Rimini riparte dal coach Massimo?
“Me lo auguro. Ci incontreremo presto. Le premesse ci sono perché il coach del Granchi sia ancora lui”.
Che squadra sarà quella 2016/7?
“L’ossatura sarà la stessa di quest’anno. Con Foiera come chiocchia, un nuovo 4 e i nostri giovani”.
L’esplosione di Chiera non è passata inosservata. Sul gaucho ci sono alcune sirene…
“In questo momento è «frenato» dal fatto che è considerato come Bosman in serie A: è italiano solo in serie B. Ma ha tutto il tempo per crescere ancora ed affermarsi”.
Quale futuro per la società?
“La Rimini del futuro prossimo è figlia di un’analisi logica che concluderemo al mio ritorno da Miami, il 17 maggio. La proprietà eseguirà un ulteriore controllo su bilanci e perdite: previsti anche quest’anno 100.000 euro di passivo. Non posso continuare a perdere così tanti soldi ad ogni stagione. Come proprietario, incontrerò società, sindaco di Rimini e sponsor. E il 30 giugno, ultimo giorno utile per iscriversi alla serie B, vedremo che campionato potremo permetterci”.
Però l’aumento sensibile del pubblico, l’arrivo di altri sponsor, han portato linfa nuova al Basket Rimini…
“Un campionato di B e il settore giovanile (di buon livello come il nostro) costano 400.000 euro. Solo di palestre paghiamo 30mila euro a stagione. Gli incassi portano in cassa circa 50.000 euro. Gli sponsor sono aumentati, e dobbiamo dire grazie al vice presidente Moreno Maresi per lo sforzo profuso anche in questo ambito. Ma il loro contributo è sufficiente a pagare il cachet di un giocatore. Per fortuna ci sono i premi Nas che portano migliaia di euro alla società: ma sono il frutto di un investimento.
Per non scivolare, la pallacanestro riminese ha assoluta necessità di altri finanziamenti, di nuovi partner, di uomini nuovi in società e nella proprietà”.
Paolo Guiducci