Supplementari e diretta tv non sono due fattori che si addicono ai Granchi. Almeno fino ad ora. In entrambe le occasioni, infatti, i Crabs hanno finito per lasciare il referto rosa all’avversario. (E nelle ultime sei apparizioni in due anni, Rimini ha sempre perso).
Rimini torna da Cremona con tanta rabbia nel canestro. Avanti di 2 punti a 10 secondi dal termine, ha avuto la possibilità di chiudere l’incontro con l’ultimo tiro, ma ha fallito. Nell’overtime, poi, il rammarico è maggiore, perché con la palla in mano a 2’30” dalla fine ed un vantaggio +5 apparentemente incolmabile, pensare alla vittoria non era certo un sogno. Ma nelle battute finali (con Scarone fuori per crampi) la squadra si smarriva e finiva per cedere (96-92) incassando quindi ancora una sconfitta, la settima su 9 incontri disputati. Come non bastasse il fanalino di coda Pavia ha vinto a Veroli, agguantando così i Crabs in fondo alla classifica.
Le note liete della gara con la Vanoli vengono dal capitano. Non sempre lo score di un giocatore riflette la prova: le aride cifre ad esempio non tengono conto della personalità, del sacrificarsi per altri, di prendersi la responsabilità al tiro nei momenti topici dell’incontro. Tutte cose che German Scarone ha indiscutibilmente fatto a Cremona. 29 punti, 6 recuperi, 4 rimbalzi e 8 falli subiti fanno di lui il migliore in campo. Una linea nettamente sotto, Goss e MacRay (40 punti in due) ed un buon Pinton utilizzato solo nel secondo tempo quando la partita si stava infiammando e lui non si bruciava. Tutti gli altri insufficienti, con De Pol ancora una volta il peggiore di tutti ma rimasto sul parquet la bellezza di 35’, ed un Kesicki che vede gli avversari catturare nell’area da lui presidiata (è un 213 centimetri!) la bellezza di 20 rimbalzi offensivi. Domenica i Granchi viaggiano ancora, e precisamente a Brindisi, squadra che sopravanza i Crabs di 2 punti. È un’occasione d’oro per tornare al successo: non dipenderà solo dai granchietti, certo, ma ripetere la prova offerta contro la Veroli e con esito finale diverso sarebbe augurabile. Per il morale e per la classifica.
Pier Luigi Celli