Avamporto siamo al tutti contro tutti. I pescatori attaccano il Comune di Rimini che a sua volta si pulisce la coscienza scaricando le colpe sulla Regione che non solo risponde per le rime ma “svergogna” Palazzo Garampi. I fatti. Da quando è stata costruita la nuova darsena, soprattutto nei giorni di burrasca, rientrare in porto per i motopescherecci è molto pericoloso. Motivo, tra le due palate si forma una sorta di mulinello che rende ingovernabile il timone. Dopo chiacchiere su chiacchiere, studi su studi, si era giunti a un progetto che aveva messo tutti d’accordo. Un progetto da 4 milioni e mezzo di euro che avrebbe dovuto già muovere i primi passi. Si tratterebbe di realizzare due file di scogliere: una nella punta della palata lato Riccione, l’altra sulla sponda lato darsena rivolta verso il mare. Una messa in sicurezza (in attesa del vero avamporto) non proprio impossibile, soprattutto dopo la notizia (a dicembre) che la Regione aveva messo a bilancio più di un milione di euro. Invece nulla. E così i pescatori sentitisi presi in giro, hanno chiesto a Palazzo Garampi una riunione al termine della quale sono usciti più arrabbiati che mai. Tanto che dopo alcuni giorni hanno fatto addirittura “irruzione” in Comune chiedendo di parlare con il sindaco. Assente Ravaioli sono stati ricevuti da Melucci, dall’assessore ai Lavori pubblici Taddei e dall’ingegner Totti. Unica la risposta: da Bologna, di questi soldi, non ci hanno mai detto nulla. Apriti cielo, perché non appena l’assessore regionale Peri, ha saputo dello scaricabarile, ha preso in mano carta e penna e ha scritto una lettera pepata.
“Vorrei ricordare che nel lontano 2003, appena ci avvertirono della problematica, la Regione provvide a stanziare subito 420mila euro che vennero usati dal Comune prevalentemente per studi; nel 2005 ne stanziammo altri 50.688 e alla fine del 2007, a seguito della presentazione del progetto preliminare dell’opera, venne messo a bilancio un milione e 200mila euro… Ma il Comune ci ha fatto pervenire la richiesta solo il 30 aprile, quindi…”. Quindi, fa capire tra le righe l’assessore, se qui c’è qualcuno che ha sbagliato, quello è Palazzo Garampi non certo Bologna. Finita? Macché, perché Ravaioli ha a sua volta risposto a Peri dicendo che “ci sono troppi passaggi burocratici e troppi interlocutori”. Colpevoli o non colpevoli, adesso l’importante è che il progetto parta (a questo proposito in questi giorni è prevista un’altra riunione) perché il rischio che possa verificarsi una tragedia è davvero grande e a quel punto dormire senza rimorsi sarebbe impossibile.
Francesco Barone