Ausl unica della Romagna: è fatta, ora bisogna passare ai risparmi. Ma non fatene una questione di soldi o i vertici di Regione e Ausl mettono il broncio. Il punto sullo stato dell’arte del processo di “digestione” delle vecchie Ausl di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna (inglobate dal primo gennaio scorso, appunto, nell’Ausl unica romagnola) è stato fatto nei giorni scorsi in una conferenza stampa tenutasi a Pievesestina, nel cesenate, nei locali del Centro servizi di Area vasta, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti, del sindaco di Cesena Paolo Lucchi (in veste di presidente della Conferenza territoriale sociosanitaria della Romagna) e del direttore generale di Ausl Romagna Andrea Des Dorides.
Dai relatori si è subito alzato un fuoco di fila in risposta alle critiche piovute, in questi mesi, sulla nuova Ausl, altrimenti detta “Auslona” dalle forze di opposizione: “Per completare l’integrazione delle diverse Ausl di Bologna – ricorda Lusenti – ci sono voluti diversi anni. La Romagna impiegherà meno tempo, ma bisogna tener comunque presente che sono passati neanche sette mesi dalla nascita della nuova azienda”.
Sette mesi di cui i primi tre passati mantenendo intatte le vecchie strutture, per il disbrigo delle incombenze. Ora si sta procedendo all’unificazione effettiva per mezzo di coordinatori (non direttori) e di gruppi di lavoro: “Manca ancora l’atto aziendale – spiega il direttore generale Des Dorides – dove si metterà nero su bianco la ridefinizione di ruoli e reparti. Per novembre dovremmo essere in grado di discuterne con i sindacati, dipendenti e sindaci”.
Non rete, ma “reticolo”. Tra i concetti chiave della nuova Ausl (bacino di 1,2 milioni di persone, 16mila dipendenti, 8 distretti) c’è quello di “reticolo”, “più elastico – aggiunge Des Dorides – di una rete gerarchica classica. Ci sono anche qui punti più importanti, ma non agiscono come fulcri del sistema lasciando il resto in periferia. I distretti poi, dato che la Romagna è un territorio variegato che spazia dalla montagna alla riviera, avranno un ruolo molto più forte”.
In attesa di quella “pietra miliare” che è considerato il nuovo atto aziendale, la nuova Ausl ha ridotto da 12 a 3 i ruoli apicali, con un risparmio nelle retribuzioni dei vertici del sistema. Mentre a chi invoca un taglio esteso agli altri dirigenti, Lusenti risponde a muso duro: “Chi vuol ridurre i dirigenti dica chi, come e perché. Si tratta di persone già dipendenti, non di esterni, ai quali è stato assegnato un compito in più”.
I risparmi, se ci saranno, si vedranno solo in futuro. Ma parlare di risparmi, per i vertici Ausl e per l’assessore, è fuorviante: “Questa unificazione non ha come obiettivo quello di spendere meno, anche se si verificheranno delle positive riduzioni di costi – precisa l’assessore Lusenti – bensì quello di migliorare i servizi. La Regione continuerà a erogare un contributo basato sul numero degli abitanti”.
Tutto rimandato al prossimo autunno, dunque. Solo allora si vedrà cosa ha in serbo per il futuro della sanità romagnola (nero su bianco, conti alla mano) il nuovo atto aziendale dell’Ausl unica.
Michelangelo Bucci