Oltre ad essere un’opportunità, il web rappresenta anche la nuova frontiera per truffatori e malviventi. Alcune ricerche a livello nazionale evidenziano che quasi un crimine su 5 non viene commesso nel mondo reale ma si consuma fra i bit della Rete. Ce n’è purtroppo per tutti i gusti. E non aiuta l’evoluzione continua del settore.
“Premetto che internet è uno strumento positivo e non si può criminalizzare – spiega il comandante della Polizia Postale di Rimini, Vincenzo Papagni – però è indubbio che porti con sè anche tanti problemi. I numeri parlano chiaro e l’attenzione della criminalità è sempre più concentrata sul web”.
Occhio all’amo. Non è un caso che una delle frodi informatiche più usate si chiami phishing che deriva dalle parole inglesi “password”, “harvesting” e “fishing”. Proprio quest’ultimo vocabolo, legato alla pesca, rende l’idea di come spesso navigando si finisca letteralmente presi all’amo. La frode viene realizzata attraverso l’invio di e-mail contraffatte, con la grafica e i loghi ufficiali di aziende e istituzioni (banche o poste ad esempio), che invitano il destinatario a fornire informazioni, motivando la richiesta con ragioni di natura tecnica. In questo modo vengono rubati i dati personali.
Come difendersi?
“Si devono attivare tutte le cautele che il sistema operativo del nostri PC consente: deve essere attivo l’antispam, si deve aggiornare ogni giorno l’antivirus e se questo è di tipo gratuito deve essere sostituito spesso”.
Inoltre per essere certi di non inserire i propri dati su un sito contraffatto è sempre meglio digitare l’indirizzo del sito manualmente, evitando quindi di cliccare sui link proposti nella mail.
Anche vendere on line è rischioso. Le insidie della Rete si nascondono non solo negli acquisti ma anche nelle vendite. “Visto che la gente ora è più attenta la criminalità si è ingegnata e contatta anche chi gli oggetti li mette in vendita. Si tratta spesso di mail in lingua straniera”.
Alberghi: la truffa delle false prenotazioni. Anche sul settore alberghiero si allungano i tentacoli dei cybertruffatori. “Attenzione alle prenotazioni di massa perché spesso sono un modo per ripulire denaro proveniente da altre truffe virtuali”. Spesso i malviventi acquisiscono all’estero i codici delle carte di credito e devono trovare poi il modo per riciclare questi liquidi. “Lo scorso anno in un albergo del riminese è arrivata la prenotazione di un intero piano e il conto è stato pagato in anticipo con diverse carte di credito americane. Poi, come succede sempre, è arrivata la disdetta per cause di forza maggiore”. All’albergatore è stato comunque detto di trattenersi la penale e di restituire il resto con un bonifico in un conto estero oppure di prelevare addirittura i contanti e pagare tramite Western Union. “Questa è la quadratura del cerchio – chiosa Papagni – perché nel giro di qualche mese all’albergatore arriva la contestazione di Carta Si o Visa che disconosce le operazioni e chiede la restituzione della penale che l’hotel si era trattenuto”. Intanto i truffatori all’estero si godono i loro soldi.
Attenzione ai dati sensibili. Per evitare brutte sorprese sarebbe bene fare molta attenzione nel mettere on line i propri dati personali. “Solitamente vengono carpiti attraverso la compilazione di un form che l’utente compila magari per ottenere aggiornamenti o ricevere un programma gratuito. I dati sensibili invece non vanno mai pubblicati neppure sui social network: visto che si parla di mondo virtuale cerchiamo di diventare più virtuali anche noi”.
Insomma, finire in… Rete è facile. Ma basta un po’ di attenzione…
Andrea Polazzi