“Al lupo Al lupo!” è un grido ormai consueto e non più un falso allarme. I casi di avvistamento del predatore in vallata si moltiplicano, e con essi anche le tracce evidenti delle stragi che spesso l’animale compie. L’ultima segnalazione risale a pochi giorni fa, protagonista il vice sindaco di S. Agata Feltria. “A Monte Benedetto è stato ritrovato il cadavere di un capriolo sbranato dai lupi, i segni erano inequivocabili”. La Guardia Forestale ha individuato una lupa e quattro cuccioli mentre tentavano di catturare un puledro.
I sette sindaci della vallata, insieme al presidente della Comunità Montana hanno scritto una lettera al presidente della Provincia di Pesaro Palmiro Ucchielli, in cui si fa presente il problema, sollecitando un intervento. “Se i lupi sono tornati significa che qui trovano un habitat adeguato. – spiega ’Mino’ Cerbara – Sono animali prolifici e nel giro di qualche stagione rischiamo di dover convivere con una popolazione troppo numerosa”. Pier Luigi Vicini se n’è trovato davanti una coppia a Pereto, Giuseppe Magnani l’ha osservato nei pressi di casa, a Monte Benedetto, idem i proprietari dell’agriturismo Montalcino, e i residenti di Ca’ Baldoni. “Ci sono caprioli in abbondanza, e i lupi banchettano. – aggiunge il responsabile del servizio veterinario di Novafeltria, Roberto Angelini – È un riflesso dello spopolamento e della mancanza di allevamenti allo stato brado e di allevamenti in generale, oltre che di ampie zone non coltivate”. L’attacco più grave nel 2008 il lupo l’ha sferrato però ad Angelini di Ca’ di Lello, borgata tra Maiolo e Novafeltria: l’allevamento ovi-caprino ha subito la perdita di ben 14 capi.
L’anno precedente era stata Maria Novella Cola di Pennabilli ad accusare la strage di 14 animali (4 pecore e 10 agnelli), nonostante gli animali fossero chiusi nel recinto. Un danno oltre i 2000 euro. E “chi può ripagare la paura con quale dobbiamo fare i conti? Alla sera e al mattino presto, temiamo di entrare nelle stalle” insiste la Cola. Anche l’azienda vicina di Ebano Corelli è stata assaltata persino di giorno. “Aumenteremo l’altezza dei recenti ma è un palliativo”.
Attenti al lupo, insomma: pecore e mucche sono i suoi “piatti” preferiti. In totale nel 2008 il Servizio veterinario dell’Ausl è intervenuto 34 volte per registrare il decesso di ovi-caprini e qualche giovane bovino. Gli allevatori compilano un modulo dettagliato per chiedere rimborso alla regione.
Urgono contromisure adeguate. Il primo passo è un “censimento”, affidato all’esperto prof. Boscagli di Roma, per conoscere numero, sesso e spostamenti del lupo in alta Valmarecchia. E dove non passa il lupo, arrivano i cani randagi, la cui aggressività spesso non è da meno di quella del mammifero placentato.
Paolo Guiducci