Se è vero che sono più alti di quelli dei loro colleghi europei, ci può senz’altro stare che emolumenti e vitalizi dei parlamentari italiani siano da rivedere. Anzi, leggendo le cifre molti si indignano chiedendo che i parlamentari guadagnino come un normale lavoratore che sgobba tutta la settimana. Certo, sarebbe importante avere in parlamento persone – oltre che presenti, e non è sempre scontato – anche preparate e qualificate. Che so, invece che tutti a occuparsi di quel che capita poter avere medici e primari che si occupino della sanità, ingegneri che si occupino delle infrastrutture, avvocati che si occupino di giustizia, professori universitari che si occupino di università. Ma siamo onesti: in quanti tra noi, guadagnando come un professionista, sceglierebbero di ridursi per cinque anni le entrate solo per amor patrio? Ma ecco che con i tempi e i protagonisti politici che cambiano entrano finalmente in parlamento anche le persone «normali». Ed ecco la nuova indignazione: ma quello non ha la laurea, ma quello guarda che lavoro faceva e adesso vuole governarci, etc etc. Insomma, per le prossime elezioni astenersi professionisti e non professionisti.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini